Le trasformazioni subite dalla famiglia negli ultimi cinquant’anni hanno avuto effetti che la società spesso non è riuscita a controllare. Possiamo fare risalire queste trasformazioni al ruolo che la donna ha avuto durante la seconda guerra mondiale quando ha dovuto sostituire l’uomo, impegnato in guerra, nella gestione della vita quotidiana, p.e nelle fabbriche. La funzione della donna, che fino a quel momento era stata essenzialmente quella di moglie e madre, subì da quel momento un improvviso cambiamento. La donna poteva sostituire l’uomo anche nell’attività produttiva e in tutti i settori della società. Nulla era più come prima. Prendeva così avvio in Italia l’emancipazione della donna, già in atto in altri paesi, che socialmente veniva considerata un soggetto decisivo nell’organizzazione della società. Da “angelo del focolare” si andava trasformando in “soggetto di diritti”. La Costituzione repubblicana, ne sanciva la parità, anche all’interno della famiglia, mentre una serie di documenti e di leggi attuavano quel principio di parità che ancora oggi, però, non ha trovato piena attuazione, anche se formalmente non esistono differenze, sia sul piano economico che su quello dei diritti della persona. Sappiamo bene però, che trattamento economico e riconoscimento della persona non sono pienamente paritari. Un esempio per tutti è la sentenza che ha riconosciuto all’uomo tradito, che si è macchiato di femminicidio, un’attenuante legata alla “tempesta emotiva” scatenata dal comportamento della donna!
Dall’altro lato dobbiamo registrare come alcuni comportamenti individuali hanno contribuito a modificare certi costumi e modi di pensare legati a prassi consolidate in alcuni ambienti sociali. Mi riferisco in questo caso a Franca Viola che si rifiutò di sposare l’uomo che l’aveva rapita dando così un colpo decisivo alla consuetudine della cosiddetta “fuitina”, con la quale, in accordo con i parenti della donna, l’uomo riteneva di potere acquisire il diritto di tenere con sé la donna, proprio come ci si può impossessare di un qualunque oggetto. Ho ritenuto necessaria questa lunga premessa per sottolineare quanto siano lunghi e faticosi i processi di trasformazione all’interno della società, e quanto sia difficile modificare la mentalità, se ancora oggi dobbiamo fare i conti con rigurgiti di maschilismo duri a morire. C’è sicuramente una scarsa sensibilità nei confronti dei soggetti più deboli della società, come le madri che lavorano e accudiscono i figli, i soggetti diversamente abili o gli anziani, che sono quelli che pagano il prezzo più alto quando si presentano crisi particolarmente difficili da gestire, come sta accadendo oggi con il Covid19, che ha messo in luce tutte le storture di un sistema che a forza di tagli alla spesa pubblica ha finito per rendere ingestibile un fenomeno come la pandemia, che si sarebbe potuto affrontare con maggiore serenità qualora il sistema sanitario si fosse dotato nel corso degli anni di strutture adeguate. Perché, e questo in pochi lo dicono, non è assolutamente vero che l’esplodere di una pandemia era un un evento imprevedibile! Tutt’altro, era noto che si sarebbero ripresentati virus, simili o addirittura più pericolosi della Sars o del Mers.
E la famiglia? Cosa c’entrano le sue trasformazioni in tutto questo? Credo che sia sotto gli occhi di tutti le difficoltà in cui essa versa dal momento che i licenziamenti che hanno colpito madri e padri hanno avuto effetti devastanti sia sul piano economico che su quello della gestione del quotidiano. Da decenni non sono più attuate politiche familiari atte a favorire da un lato le famiglie esistenti (pochi asili nido e scuole materne pubbliche) e dall’altro la possibilità di formare nuove famiglie da quando il precariato è diventato la forma di lavoro più diffusa!
I tagli indiscriminati hanno peggiorato vieppiù una situazione già disastrosa. Gestire una realtà complessa, come quella in cui viviamo, non è impossibile, basta individuare le priorità e investire nei settori più delicati per il futuro della società. Ma questo non si è verificato perché al valore dell’essere umano si è sostituito il valore dei soldi, ai bisogni fondamentali degli uomini il bisogno “indifferibile” delle oligarchie finanziarie di continuare ad arricchirsi. Un po’ come un Robin Hood al contrario che toglie ai poveri per dare ai ricchi. (Si veda in proposito il Rapporto Oxfam degli ultimi anni).