Tutto d’un tratto la salute dei cittadini diventa una priorità assoluta, davanti alla quale si sospendono persino diritti costituzionali. Ma dove era la politica, oggi impegnata nella creazione di task forces e comitati di salute pubblica, il cui unico scopo sembra quello di dare vita ad organismi fatti apposta per foraggiare esperti, quando si trattava di difenderla dagli attacchi concentrici di chi faceva di tutto per minare alla base un diritto solennemente riconosciuto dalla nostra Costituzione? Forse era in altre faccende affaccendata, come per esempio ubbidire ai diktat dell’Europa, per farsi bella agli occhi di Rutte e delle lobby finanziarie che ci chiedono, sempre per il nostro bene, di ridurre la spesa sociale, di chiudere ospedali e razionalizzare la sanità pubblica, per fare posto a quella privata. “Razionalizzare”, parola magica, che nel vocabolario neoliberista sta per “togliere diritti acquisiti”, “smantellare il welfare” e chi non c’ha i soldi si arrangi, in perfetto stile USA. In poche parole, “macelleria sociale”.
Poi, scavando nei decreti, scopri che i “ristori” non sono altro che elemosine che fanno la gioia della criminalità organizzata che con poco o niente fa incetta di attività commerciali destinate a chiudere.
Leggendo bene i provvedimenti dell’Europa, scopri, poi, che questi milioni di euro non sono gratis, ma che preparano il terreno a successive svendite del patrimonio nazionale, fino a quando chi di dovere riuscirà a mettere le mani sui risparmi delle famiglie italiane, l’unica voce positiva nel nostro quadro economico, che, proprio per questo, non viene presa in considerazione dalle agenzie di rating. È impressionante come, a difesa di queste agenzie, si siano schierati interi eserciti e truppe cammellate, quando è ben chiaro che esse sono il braccio armato dell’ideologia neoliberista e che vivono in una condizione di pieno conflitto di interesse anche se ci tengono a presentarsi come organismi “super partes”. E, purtroppo, lo scenario sopra delineato non è affatto improbabile, ma un metodo già collaudato con la Grecia. E se poi qualcuno pensa che l’Italia non è la Grecia, per cui non possiamo fare la stessa fine, è bene ricordare che quando il mercato vede il sangue, come una belva, si accanisce sulla preda, a prescindere. Il tutto nel pieno rispetto delle regole!
Quando qualcuno avrà il coraggio di riconoscere che la “nobile” idea di Europa che avevano in mente non era altro che un sistema perfetto creato per avvantaggiare le economie più forti, allora la “nobile” idea mostrerà tutta la sua drammatica ipocrisia e si dissolverà come neve al sole.
Nel frattempo si scopre pure che è aumentato il numero di morti per altre patologie che, per via dell’emergenza covid19, non è stato possibile curare. A corroborare tale ipotesi arriva uno studio che pare confermare, attraverso un modello matematico, sia che molti pazienti sono deceduti per avere deciso di non recarsi in ospedale per paura di essere contagiati, sia che gli ospedali, con i reparti intasati dai pazienti con covid19, sono stati costretti a sopprimere visite ed interventi di cui non è stata ravvisata l’urgenza.
Forse è troppo tardi per sperare in una Europa nuova. Infatti, se è vero che molti comportamenti di alcuni paesi europei, il nostro compreso, non hanno favorito la possibilità di realizzare una sintesi fra interessi diversi, è anche vero che i Trattati su cui si fonda l’UE si ispirano ad un modello economico fondato sul profitto e sull’assenza di qualsivoglia vincolo che ne limiti la sua realizzazione, mentre i principi di solidarietà e fratellanza rimangono pure declamazioni prive di qualunque fondamento non essendo supportati da una reale volontà di attuazione.