Sarebbe sbagliato pensare che mister Draghi abbia messo tutti in riga. In realtà ha messo in riga quel poco, quasi impercettibile, rosa pallido che sta al governo, ma senza voce, e, soprattutto, senza chiedersi il motivo della sua presenza in una compagine governativa che ha messo al centro della sua politica gli interessi padronali e della finanza.
È per questo che mi azzardo a dire che, nonostante le apparenze, l’attuale governo è il peggior governo di destra degli ultimi decenni, persino peggiore di quello 5Stelle-Lega, proprio perché fondato sul grosso equivoco di essere un governo di unità nazionale.
Ma andiamo per ordine.
Cominciamo con il problema dell’immigrazione, perché su questo, e non su altro, pare giocarsi la partita, il discrimine tra chi è di destra e chi è di sinistra. Al netto dell’operato di Salvini, che, in qualità di ministro degli Interni, grazie a due processi, si è autofregiato del titolo di “difensore della Patria” (proprio lui, quello che nel 2011 diceva sprezzante “La bandiera italiana non è la mia bandiera”), non mi pare che con la ministra Lamorgese si siano aperti corridoi umanitari o chissà che altro, anzi i morti annegati non si contano più, senza, peraltro, una reale volontà da parte di chicchessia di mettere alle corde la UE per affrontare il problema. E, anche se a qualcuno può dispiacere, va rilevato, con onestà intellettuale, il silenzio assordante proveniente da Bruxelles in proposito. E tralascio i calcoli politici che hanno spinto all’accordo sui migranti con Erdogan, che la stessa Europa considera, e qualcuno improvvidamente definisce tout court, un dittatore.
Se poi vogliamo passare alle questioni riguardanti il lavoro, la scuola e la sanità, non possiamo far passare sotto silenzio come gli interessi di Confindustria e dei privati stiano dettando l’agenda del paese. In particolare colpisce la faccia tosta dei politici a proposito della sanità che, dopo roboanti dichiarazioni di interventi nel settore, in pieno Covid19, con annessi applausi a scena aperta dai balconi a medici e personale ospedaliero, (che pareva stessero per arrivare milioni di euro per ridare fiato ad una sanità asfittica, stremata da decenni di tagli), è scomparsa dall’orizzonte degli investimenti, quelli veri dico. Ma, in perfetta sintonia con la visione reaganiano-thatcheriana, la sanità è considerata “spesa”, non “investimento” sulla salute dei cittadini. Ma la sanità è “cosa loro”, quindi inutile insistere.
Non mi pare ci sia, poi, molto da aggiungere relativamente alle decisioni prese da questo governo sul lavoro e sullo sblocco dei licenziamenti. Ma anche questo è in linea con il colore del governo, presieduto da uno che deve rendere conto del suo operato, non al suo Paese, ma ai potentati economico- finanziari.
Ancora più evidente la collusione tra Confindustria e politica scolastica con l’imbroglio della Buona scuola, dei PCTO e del “curriculum dello studente”.
Se poi andiamo a vedere cosa accade nel comparto Giustizia, le cose vanno, se possibile, ancora peggio. Non credo che debbano spendersi molte parole per qualificare la riforma Cartabia, talmente spostata a favore dei ladri, dei delinquenti e dei corrotti che nemmeno merita una nota.
Dove siete, ordunque, cari progressisti immaginari? Se ci siete battete un colpo!
Non capisco perché l’unica battaglia che ritenete identitaria è quella per i diritti delle minoranze, che sicuramente meritano di essere difesi, ma sono diventati più una bandiera utile per marcare il territorio che una difesa ispirata da una reale esigenza di giustizia, perché, poi, tornati alle vostre calde e/o fresche case, avete la sensazione di esservi pacificati col mondo e sentirvi, così, la coscienza a posto.
E invece nel mondo c’è una guerra che, come ha affermato il miliardario Warren Buffett, è una guerra di classe a tutti gli effetti. Ma voi appartenete di diritto all’aristocrazia intellettuale per cui non necessita convincere gli altri, un’aristocrazia per la quale non è necessario impegnarsi per imporre l’egemonia culturale di gramsciana memoria, cosa che invece hanno compreso benissimo quelli che si ispirano al Modello elitario neoliberista, secondo la felice definizione di Susan George.
Loro si che hanno fatto tesoro delle idee del nemico. Almeno abbiate l’umiltà di imparare!