di Marta Lock
La sensibilità è una dote che la maggior parte delle persone tende a nascondere, o forse sarebbe meglio dire proteggere, nel timore di scoprire il proprio lato più fragile, più morbido e proprio per questo facilmente attaccabile. In una società in cui l’altro sembra essere un antagonista piuttosto che qualcuno da osservare nella sua unica natura, nei suoi atteggiamenti più veri e spontanei, riuscire a mostrare una forte empatia e la capacità di interpretare e raccontare attraverso il proprio filtro emotivo tutto ciò che lo sguardo coglie diviene in realtà un punto di forza, la consapevolezza del proprio equilibrio e della capacità di lasciarsi andare alle emozioni più pure. Fausto Nazer appartiene a questa categoria di persone che hanno compreso che la forza non si svela con il distacco e la rude impulsività bensì si manifesta in virtù del coraggio di mostrare la propria parte tenera, a volte fragile che rende la sua arte incredibilmente comunicativa ed evocativa per chiunque posi lo sguardo su una sua opera. Fin da molto giovane avverte la forte inclinazione artistica e comincia ad avvicinarsi al mondo della pittura studiando da autodidatta, proseguendo poi con un percorso di studio specifico, e scegliendo come stile più affine alle sue corde quello figurativo, il Realismo per la precisione, che in lui assume connotazioni romantiche, sfumate, dense di atmosfera in grado di puntare l’attenzione su quel particolare dettaglio, quel fotogramma di vita che coglie lasciando vagare lo sguardo e che diversamente potrebbe sfuggire via nel rumore della quotidianità, del traffico, del via vai costante a cui la vita contemporanea sottopone ciascun individuo. L’amore per l’arte di fine Ottocento, in particolare quella La sensibilità è una dote che la maggior parte delle persone tende a nascondere, o forse sarebbe meglio dire proteggere, nel timore di scoprire il proprio lato più fragile, più morbido e proprio per questo facilmente attaccabile. In una società in cui l’altro sembra essere un antagonista piuttosto che qualcuno da osservare nella sua unica natura, nei suoi atteggiamenti più veri e spontanei, riuscire a mostrare una forte empatia e la capacità di interpretare e raccontare attraverso il proprio filtro emotivo tutto ciò che lo sguardo coglie diviene in realtà un punto di forza, la consapevolezza del proprio equilibrio e della capacità di lasciarsi andare alle emozioni più pure. Fausto Nazer appartiene a questa categoria di persone che hanno compreso che la forza non si svela con il distacco e la rude impulsività bensì si manifesta in virtù del coraggio di mostrare la propria parte tenera, a volte fragile che rende la sua arte incredibilmente comunicativa ed evocativa per chiunque posi lo sguardo su una sua opera. Fin da molto giovane avverte la forte inclinazione artistica e comincia ad avvicinarsi al mondo della pittura studiando da autodidatta, proseguendo poi con un percorso di studio specifico, e scegliendo come stile più affine alle sue corde quello figurativo, il Realismo per la precisione, che in lui assume connotazioni romantiche, sfumate, dense di atmosfera in grado di puntare l’attenzione su quel particolare dettaglio, quel fotogramma di vita che coglie lasciando vagare lo sguardo e che diversamente potrebbe sfuggire via nel rumore della quotidianità, del traffico, del via vai costante a cui la vita contemporanea sottopone ciascun individuo. L’amore per l’arte di fine Ottocento, in particolare quella dell’Impressionismo, appare evidente non solo nelle pose delle donne protagoniste delle sue tele che presentano similitudini con i ritratti di Giovanni Boldini, ma anche per la sua capacità di utilizzare il colore in maniera frastagliata, a piccoli tocchi di spatola che entrano in dialogo con la pennellata più definita attraverso la quale cura il dettaglio. Racconta della pioggia, quell’elemento fluido che tutto pulisce pur infondendo un senso di malinconia, oppure in altre opere è proprio in virtù dell’acqua che si crea quel mondo ovattato, quella capacità di interazione che appartiene ancora all’uomo moderno e che fuoriesce quando la natura sembra prendere il sopravvento. È questo il concetto che emerge dall’opera Ritrovarsi,
dove un gruppo di persone, conoscenti o sconosciuti non si sa, si trovano sotto gli ombrelli a proteggersi dalla pioggia; il loro incontrarsi trasmette al tempo stesso un senso di convivialità ma anche di solidarietà tra individui che stanno vivendo la medesima esperienza, seppure di lievissima rilevanza, rendendoli simili e compartecipi di un attimo dopo il quale forse non si rivedranno mai più. Tuttavia in quel preciso istante si sono sentiti vicini, ritrovandosi appunto, in virtù della loro essenza umana e impotente davanti agli eventi della natura. In Respiri Gelidi
l’attenzione di Fausto Nazer si focalizza sulla coppia in primo piano, di spalle rispetto al punto di osservazione, sottolineando la sua capacità di cogliere l’aspetto romantico di ciò che vede, quello stringersi, distrattamente e per abitudine, delle persone che si amano e che solo se osservate dall’esterno rivelano quelle piccole attenzioni che nella loro quotidianità hanno in modo naturale le une verso le altre. La pioggia sembra amplificare le sensazioni che l’artista riceve dagli scorci e dai frammenti di vita che passano sotto i suoi occhi, confermando la sua unica capacità di coglierne il lato più tenero, più avvolgente, che non può che arrivare diretto ed emozionante all’osservatore. Diviso tra la sua professione di ristoratore e l’amore per l’espressione artistica Fausto Nazer ci racconterà ora cosa significa per lui fare arte.
Il suo percorso artistico va di pari passo a quello professionale di ristoratore, come riesce a conciliare le sue due passioni? Come riesce a ritagliarsi gli spazi di silenzio e di concentrazione necessari per la realizzazione delle sue opere?
La pittura è per me una passione talmente forte da non riuscire a essere trattenuta dunque diventa necessario trovare il modo per dedicarmi a lei, malgrado la stanchezza, a dispetto del tempo spesso assorbito dal mio lavoro principale, trovo a ogni costo il momento per distaccarmi da tutto il resto e ritagliarmi degli spazi per dedicarmi alla mia Arte.
La sua tecnica è una sintesi tra Realismo e Impressionismo, questo tipo di approccio alla tela è stato istintivo o frutto di una ricerca che l’ha condotta a elaborare il particolare stile pittorico?
Fin da piccolo ho avuto una forte inclinazione per il disegno e le arti figurative. Ho iniziato il mio percorso formativo avvicinandomi spontaneamente alla pittura, da autodidatta, semplicemente ascoltando il mio impulso creativo; in seguito ho approfondito in maniera autonoma lo studio delle tecniche e le indagini pittoriche sul colore, perfezionandomi al punto di sentirmi pronto, nel 1993, a mostrare le mie opere nelle prime esposizioni collettive e, successivamente, in mostre personali .La mia forte passione mi ha portato a dare vita a un mio stile personale nel quale ho unito l’approccio della corrente pittorica dei Macchiaioli con il Realismo di Guttuso e l’Impressionismo, e che ho chiamato New Realismo, contraddistinto da contesti metropolitani e scene di vita contemporanee. Questa prima soddisfazione segna l’inizio di una lunga serie di mostre in Italia – Cuneo, Torino, Milano, Roma, Venezia, Treviso, Mantova, Cremona, Firenze, Napoli, Bari, Palermo – e all’estero, da Parigi a Londra, da Montecarlo a Malta, da Mosca a San Pietroburgo dalla Cina in Argentina. Le mie opere si sono aggiudicate diversi premi raccogliendo estimatori da tutto il mondo. Uso colori tenui in una gamma di tonalità e accostamenti espressivi di essenza intimistica, ponendo in evidenza luci e ombre così che il pubblico riesca ad emozionarsi e gustarsi e vivere le opere. Una delle mie citazioni è: Dipingendo intingo il pennello nella mia anima e creo emozioni …le mie emozioni.
Perché la pioggia? Qual è il fascino che esercita su di lei questo evento atmosferico e quale la sensazione che suscita nella sua profonda sensibilità?
Attraverso il mio percorso pittorico, pongo alla base della ricerca la realtà metropolitana, all’interno della quale le immagini assumono significati in cui evidenzio una quotidianità determinata dalle persone, i veri soggetti principali. Mi piace ambientare i significati sociali e psicologici in un contesto atmosferico piovoso perché la mia sensibilità si sente avvolta dalla pioggia, come se la fluidità delle gocce lucide facessero da cornice ai personaggi che ritraggo; l’elemento acqua riflette le luci e offre dunque diverse sfaccettature alla realtà raccontata, amplificando l’emotività. Nella fase iniziale della mia produzione ho scelto di porre l’accento sulla donna ritraendola in momenti di riflessione, tra la memoria di un vissuto e un vivere presente; poi mi sono spostato verso la narrazione della vita metropolitana facendo diventare le città un contorno, palcoscenico delle storie che descrivo.
Quali sono gli artisti del passato a cui si ispira di più? Le pose delle sue donne sono decisamente impressioniste, ci racconta come mai sceglie questo tipo di movenza più classica e tradizionale?
Non ho artisti a cui mi ispiro in particolare, seguo la pittura realista e impressionista
rielaborandola facendola mia in un New Realismo. Le pose delle mie modelle però vengono dai miei studi sulla fotografia e dell’Iperrealismo.
Ha all’attivo molte mostre in tutto il mondo che l’hanno posta all’attenzione del pubblico e della critica e le hanno permesso di ricevere molti premi ericonoscimenti: quali sono i suoi prossimi progetti?
L’evento più vicino è Expo 2021 di Dubai e Abu –Dhabi con la casa editrice Mondadori editore, dove sono stato selezionato, insieme ad altri artisti, per rappresentare l’arte italiana e a inizio anno 2022 esporrò a Firenze presso la Casa di Dante in un evento in commemorazione per i settecento anni dalla morte del grande autore toscano.
FAUSTO NAZER-CONTATTI
Email: faustonazer@gmail.com
Sito web: http://www.faustonazer.com/
Facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=1367137573
Instagram: https://www.instagram.com/fausto_nazer/
Marta Lock’s interviews:
Fausto Nazer, the romantic gaze on the surrounding reality.
Sensitivity is a talent that most people tend to hide, or perhaps it would be better to say protect, for fear of discovering their more fragile, softer side, and for this very reason easily attacked. In a society where the other person seems to be an antagonist rather than someone to be observed in his unique nature, in their truest and most spontaneous attitudes, being able to show strong empathy and the ability to interpret and recount through one’s own emotional filter everything that the gaze catches becomes a strength, an awareness of one’s own balance and ability to let go of the purest emotions. Fausto Nazer belongs to this category of people who have understood that strength is not revealed through detachment and rude impulsiveness, but is manifested by virtue of the courage to show one’s tender, sometimes fragile side, which makes his art incredibly communicative and evocative for anyone who looks at his artworks. From a very young age, he felt a strong artistic inclination and began to approach the world of painting by studying as a self-taught artist, then continuing with a specific course of study, and choosing figurative art as the style that best suited his heart, Realism to be precise, which in him takes on romantic connotations, This style takes on romantic, nuanced connotations, full of atmosphere capable of focusing attention on that particular detail, that frame of life that he captures by letting his gaze wander and which otherwise might slip away in the noise of everyday life, of traffic, of the constant coming and going to which contemporary life subjects each individual. His love for late nineteenth-century art, particularly that of Impressionism, is evident not only in the poses of the women who are the protagonists of his canvases, which have similarities with the portraits of Giovanni Boldini, but also in his ability to use colour in a jagged manner, with small touches of spatula that enter into a dialogue with the more defined brushstrokes through which he pays attention to detail. He tells of the rain, that fluid element that cleanses everything while instilling a sense of melancholy, or in other paintings it is precisely by virtue of water that is created that muffled world, that capacity for interaction that still belongs to modern man and overflows when nature seems to take over. This is the concept that emerges from the work Ritrovarsi(Finding Each Other), in which a group of people, whether acquaintances or strangers, find themselves under umbrellas to protect from the rain; their meeting conveys both a sense of conviviality and of solidarity between individuals who are going through the same experience, albeit of very slight significance, making them similar and sharing a moment after which they may never see each other again. However, in that precise instant they felt close, finding each other in virtue of their human essence, powerless in the face of the events of nature. In Respiri Gelidi (Frozen Breaths) Fausto Nazer’s attention is focused on the couple in the foreground, with their backs to the point of observation, underlining his ability to capture the romantic aspect of what he sees, that huddle, distractedly and out of habit, of people who love each other and who only when observed from the outside reveal those small attentions that they naturally have towards each other in their daily lives. The rain seems to amplify the sensations that the artist receives from the glimpses and fragments of life that pass before his eyes, confirming his unique ability to capture the tenderest, most enveloping side, which cannot but arrive directly and emotionally to the observer. Divided between his profession as a restaurateur and his love for artistic expression, Fausto Nazer will now tell us what making art means to him.
Your artistic path goes hand in hand with your professional career as a restaurateur, how do you manage to reconcile your two passions? How do you manage to carve out the necessary spaces of silence and concentration for the creation of your artworks?
Painting is such a strong passion for me that I can’t contain it, so it becomes necessary to find the way to dedicate to it. Despite my tiredness, despite the time I often spend on my main job, I find at all costs the moment to detach myself from everything else and find the space to devote myself to my art.
Your technique is a synthesis of Realism and Impressionism. Was this kind of approach to the canvas instinctive or was it the result of research that led you to develop this particular style of painting?
Since I was a child, I have had a strong inclination for drawing and the figurative arts. I began my training by approaching painting spontaneously, as a self-taught artist, simply by listening to my creative impulse; later on, I deepened the study of techniques and pictorial investigations on colour in an autonomous way, perfecting myself to the point of feeling ready, in 1993, to show my artworks in the first collective exhibitions and, later on, in personal exhibitions. My strong passion led me to give life to my own personal style in which I combined the approach of the Macchiaioli pictorial current with Guttuso’s Realism and Impressionism, and which I called New Realism, featured by metropolitan contexts and scenes of contemporary life. This first satisfaction marks the beginning of a long series of exhibitions in Italy – Cuneo, Turin, Milan, Rome, Venice, Treviso, Mantua, Cremona, Florence, Naples, Bari, Palermo – and abroad, from Paris to London, from Monte Carlo to Malta, from Moscow to St. Petersburg from China to Argentina. My paintings have won several prizes, attracting admirers from all over the world. I use soft colours in a range of tones and expressive combinations of intimate essence, highlighting light and shade so that the public can be moved and enjoy and experience the artworks. One of my quotes is: When I paint, I dip my brush into my soul and create emotions… my emotions.
Why the rain? What is the fascination that this atmospheric event exerts on you and what feeling does it arouse in your deepest sensitivity?
Through my pictorial path, I base my research on metropolitan reality, within which the images take on meanings in which I highlight an everyday life determined by people, the real main subjects. I like to set the social and psychological meanings in a rainy atmospheric context because my sensitivity feels enveloped by the rain, as if the fluidity of the shiny drops framed the characters I portray; the element of water reflects the lights and therefore offers different facets to the reality told, amplifying the emotionality. In the initial phase of my production, I chose to emphasise the woman, portraying her in moments of reflection, between the memory of lived and a present life; then I moved towards the narration of metropolitan life, making cities become an outline, a stage for the stories I describe.
Which artists from the past do you draw most inspiration from? The poses of your women are decidedly impressionistic, tell us why you choose this more classical and traditional typeof movement?
I don’t have any particular artists I’m inspired by, I follow realist and impressionist paintingreworking it and making it my own in a New Realism. The poses of my models, however, come from my studies of photography and Hyperrealism.
You have had many exhibitions all over the world, which have brought you to the attention of the public and critics, and have won you many prizes and awards: what are your next projects?
The closest event is Expo 2021 in Dubai and Abu-Dhabi with the Mondadori publishing house, where I have been selected, together with other artists, to represent Italian art, and at the beginning of 2022 I will be exhibiting in Florence at the House of Dante in an event commemorating the seven hundredth anniversary of the death of the great Tuscan author.
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