Le interviste di Marta Lock: Blanka Dovgan, dalla Slovenia verso il mondo per mostrare e sostenere l’arte

Blanka Dovgan
Blanka Dovgan
L’approccio creativo di Blanka Dovgan, nata a Pula in Croazia e residente da molti anni in Slovenia, dunque essenzialmente aperta all’interazione tra culture differenti, è poliedrico quanto lo è la capacità innata del suo popolo di essere in grado di accogliere e ascoltare voci e tradizioni eterogenee in virtù della posizione di crocevia del luogo in cui è nata e cresciuta; dunque l’approccio alla pittura rispecchia questa sua capacità empatica di ascolto e si riflette su una manifestazione pittorica che passa dall’Espressionismo all’Espressionismo Astratto, sulla base della sensazione che ha bisogno di imprimere sulla tela. E poi alcune volte decide di mescolare i due stili sovrapponendo la figurazione all’Astrattismo o viceversa, sottolineando quanto tutto ciò che conta davvero è in fondo l’emozione, il sentire profondo che emerge dall’interiorità e che ha bisogno di manifestarsi sulla tela in maniera istintiva, non delimitata da regole espressive che la indurrebbero a mettere in secondo piano il sentire per procedere con un’esecuzione ragionata, guidata dall’impegno più mentale di attenersi a schemi necessari per generare opere più attinenti alla realtà. Dunque, liberandosi dalla prospettiva, dal disegno, dall’utilizzo del chiaroscuro per riprodurre ciò che lo sguardo vede, Blanka Dovgan è libera di lasciar parlare i colori, quell’intensità cromatica dentro cui l’osservatore si lascia condurre perché stimolato a comprenderne il senso, il significato che ha avuto bisogno di narrare; l’avvicinamento del fruitore è emozionale, impulsivo, così come la capacità di interpretare le esplosioni cromatiche, o gli incastri geometrici che in qualche modo rivelano panorami ideali, appartenenti a un luogo ma anche a cento altri, perché le domande che emergono appartengono all’uomo contemporaneo a prescindere dal paese o dalla città di appartenenza. Nella tela Vidikovac,
Vidikovac Blanka Dovgan
Vidikovac la Dovgan descrive il quartiere di Pula dove è nata, il panorama è quello che osservava dalla propria finestra; nell’opera il panorama cittadino appare sereno, equilibrato con i grattacieli che lo contraddistinguono, divenendo memoria di un modo di vivere semplice e spontaneo, modesto nella sua bellezza osservato dall’artista con gli occhi di una bambina. Nella bellezza dei palazzi, che l’artista colora di rosso, emerge l’amore da cui si è sentita avvolta in quegli anni fanciulleschi, lo sguardo meravigliato con cui osservava i grattacieli che le sembravano lontani ma sufficientemente vicini da poter sognare di raggiungerli. Nell’opera Arrow
Arrow Blanka Dovgan
Arrow
invece, le frecce non rappresentano la possibilità di ferire o di essere feriti bensì le opzioni, le possibilità che ciascuno ha al proprio arco per modificare un percorso apparentemente già segnato, per compiere scelte in grado di condurre l’individuo verso quella felicità che diversamente sfuggirebbe; il coraggio è quello della possibilità, della positività del saper vedere le occasioni e afferrarle per salire i gradini necessari verso la realizzazione personale e l’evoluzione interiore, in cui ciò che davvero si vuole viene perseguito e colto con atteggiamento propositivo piuttosto che rinunciatario. La capacità della Dovgan di lasciar parlare i concetti e le emozioni, trasformando in metafore le opere, emerge soprattutto quando rende protagoniste le persone di cui lascia prevalere la sensazione del momento, la sostanza emozionale che predomina sull’esteriorità, come in Victoria,
Victoria Blanka Dovgan
Victoria
di cui svela la passionalità, intesa come approccio generale all’esistenza, facendone quasi passare in secondo piano la nudità necessaria in un momento introspettivo in cui la donna prende coscienza delle sue pulsioni, dei suoi desideri e del suo sentimento di attesa del momento successivo che sta per giungere. Attraverso la vendita delle sue opere Blanka Dovgan ha scelto di aiutare e sostenere progetti che promuovano l’arte emergente, giovani creativi o artisti appartenenti a paesi in via di sviluppo. Andiamo ora a conoscerla meglio attraverso questa intervista. Blanka, lei appartiene a una terra di confine che ha conosciuto conflitti e che ha faticosamente raggiunto la pace recentemente, ponendosi ora come terra di mezzo tra varie culture; quanto ha influito l’essere nata in un paese come la Slovenia nel suo modo di fare arte? Il mio trasferimento in Slovenia è stato fondamentale per permettermi di entrare in contatto con una cultura diversa da quella di origine, per quanto vicina, e anche per farmi scoprire il carattere delle persone che poi amo scoprire e raccontare nelle mie tele. Quali sono gli artisti del passato a cui si è ispirata o che sente vicini al suo linguaggio pittorico? Sono affascinata da sempre da grandi maestri del Novecento come Vincent Van Gogh, Gustav Klimt, Claude Monet, Ivana Kobilika. Ma amo anche molto le opere di Jackson Pollock nelle quali rivedo a volte le mie tele, mi sento vicina a lui a livello emozionale.
Explosion de couleurs Blanka Dovgan
Explosion da couleurs
Lei ha deciso di sostenere progetti che si pongono come obiettivo quello di promuovere e sostenere l’arte, ci racconta come è nato questo interesse e quanto tempo dedica a questi progetti? Il mio interesse per l’arte emergente è nato spontaneamente nel momento in cui ho iniziato a guardare varie opere contemporanee sui social media così lentamente sono entrata in contatto con artisti di tutto il mondo. Ho avuto modo di scoprire molti talenti che da soli fanno fatica a emergere e a farsi conoscere dunque ho cominciato a desiderare di essere di supporto alle loro carriere, dando loro l’opportunità di crescere perché, essendoci passata in prima persona, so che quello dell’arte è un percorso difficile e ci vuole molta determinazione ma anche mezzi che spesso da soli non si riesce ad avere.
Peace Blanka Dovgan
Peace
La sua partecipazione a molte mostre internazionali le ha permesso di entrare in contatto con culture lontane, sono importanti l’interazione e il confronto artistico per l’evoluzione del proprio stile? Quanto ha influito questa apertura nel suo linguaggio espressivo? Connettersi oggi attraverso i social media è di facile accesso ed è proprio grazie a questo continuo confronto che il mio disegno e la mia arte si sono potuti ampliare dandomi l’opportunità di accelerare la mia creatività. Persone di altri paesi e di città lontane mi hanno dato un punto di vista e importanti spunti su cosa e come avrei potuto migliorare e aggiustare il mio stile pittorico. E come posso lottare per affermare il mio modo di vedere le cose, le mie idee attraverso la mia arte, diffondendola e facendola conoscere al mondo. Quali sono i suoi prossimi progetti? Ha in programma altre mostre internazionali? Ho in programma alcuni progetti di cui preferisco non anticipare nulla perché vorrei che fossero una sorpresa per tutti. Porterò in essi molte emozioni e una parte della mia vita che nessuno conosce. Il mio progetto principale è quello di partecipare a molte mostre internazionali nel 2022 e mostrare il mio lavoro in altre città che non ho raggiunto finora. Sto anche programmando una mia mostra personale nella mia città in Slovenia che, grazie agli organizzatori che stanno collaborando con me a questo progetto, richiamerà anche pubblico dalle località vicine. BLANKA DOVGAN-CONTATTI Email: blankadovgan@gmail.com Facebook: https://www.facebook.com/blanka.dovgan/

Marta Lock’s interviews:

Blanka Dovgan, from Slovenia to the world to show and support art

The creative approach of Blanka Dovgan, who was born in Pula, Croatia, and has been living in Slovenia for many years, therefore essentially open to interaction between different cultures, is as multifaceted as the innate ability of her people to welcome and listen to heterogeneous voices and traditions due to the crossroads position of the place where she was born and grew up; so her approach to painting reflects this empathic ability to listen and is reflected in a pictorial manifestation that moves from Expressionism to Abstract Expressionism, based on the sensation she needs to imprint on the canvas. And then sometimes she decides to mix the two styles, superimposing figuration on Abstractionism or vice versa, underlining how all that really counts is emotion, the deep feeling that emerges from the interiority and that needs to manifest itself on the canvas in an instinctive way, not delimited by expressive rules that would induce her to put feeling in the background in order to proceed with a reasoned execution, guided by the more mental commitment to stick to schemes necessary to generate artworks more relevant to reality. Therefore, freeing herself from perspective, from drawing, from the use of chiaroscuro to reproduce what the eye sees, Blanka Dovgan is free to let colours speak, that chromatic intensity into which the observer lets himself be led because he is stimulated to understand the sense, the meaning that he needed to narrate; the viewer’s approach is emotional, impulsive, as is his ability to interpret the explosions of colour, or the geometric patterns that somehow reveal ideal panoramas, belonging to one place but also to a hundred others, because the questions that emerge belong to contemporary man regardless of the country or city he belongs to. In the painting Vidikovac, Dovgan describes the district of Pula where she was born, the panorama is the one she observed from her window; in the artwork the cityscape appears serene, balanced with the skyscrapers that distinguish it, becoming the memory of a simple and spontaneous way of life, modest in its beauty observed by the artist with the eyes of a child. In the beauty of the buildings, which the artist colours in red, emerges the love that enveloped her in those childish years, the amazed gaze with which she observed the skyscrapers that seemed distant but close enough for her to dream of reaching them. In the painting Arrow, on the other hand, the arrows do not represent the possibility of wounding or being wounded, but rather the options, the possibilities that each person has in his bow to modify a path that is apparently already marked out, to make choices capable of leading the individual towards a happiness that would otherwise elude him; courage is that of possibility, of the positivity of knowing how to see opportunities and grasp them in order to climb the necessary steps towards personal fulfilment and interior evolution, in which what one really wants is pursued and grasped with a proactive attitude rather than one that renounces. Dovgan’s ability to let concepts and emotions speak, transforming her artworks into metaphors, emerges above all when she makes people the protagonists, letting the sensation of the moment prevail, the emotional substance dominate over the exterior, as in Victoria, in which she unveils her passionality, understood as a general approach to existence, almost overshadowing the necessary nudity in an introspective moment in which the woman becomes aware of her impulses, her desires and her feeling of waiting for the next moment to come. Through the sale of her artworks, Blanka Dovgan has chosen to help and support projects that promote emerging art, young creatives or artists from developing countries. Let us now get to know her better through this interview. Blanka, you come from a borderland that has known conflicts and has recently achieved peace with difficulty, and is now a middle ground between various cultures; how much being born in a country like Slovenia has influenced your way of making art? My move to Slovenia was fundamental in allowing me to come into contact with a culture that is different from my own, however close, and also in allowing me to discover the character of the people that I then love to discover and tell in my paintings. Which artists from the past have inspired you or who you feel are close to your pictorial language? I have always been fascinated by the great masters of the 20th century such as Vincent Van Gogh, Gustav Klimt, Claude Monet and Ivana Kobilika. But I also love Jackson Pollock’s artworks, in which I sometimes see my own canvases, I feel close to him on an emotional level. You have decided to support projects that aim to promote and support art. Can you tell us how this interest arose and how much time you dedicate to these projects? My interest in emerging art started spontaneously when I started looking at various contemporary artworks on social media and slowly came into contact with artists from all over the world. I had the opportunity to discover many talents who struggle to emerge and make themselves known on their own, so I began to want to support their careers, giving them the opportunity to grow because, having passed through that path myself, I know that art is a difficult route and it takes a lot of determination but also means that you often cannot have on your own. Your participation in many international exhibitions has allowed you to come into contact with distant cultures; are artistic interaction and comparison important for the evolution of your own style? How much has this openness influenced your expressive language? Connecting nowadays through social media is easy, and it is thanks to this continuous confrontation that my design and art have been able to expand, giving me the opportunity to accelerate my creativity. People from other countries and distant cities have given me a point of view and important insights into what and how I could improve and adjust my painting style. And how I can fight to assert my way of seeing things, my ideas through my art, spreading it and making it known to the world. What are your next projects? Are you planning any other international exhibitions? I have a several projects in the pipeline that I prefer not to anticipate because I want them to be a surprise for everyone. I will bring in a lot of emotions and a part of my life that no one knows about. My main project is to participate in many international exhibitions in 2022 and show my paintings in other cities that I have not reached so far. I am also planning my own exhibition in my home town in Slovenia, which, thanks to the organisers who are cooperating with me on this project, will also attract audiences from nearby places