Le interviste di Marta Lock: Waltraud Fall, il viaggio nella pittura per trovare la pace interiore

di Marta Lock

Waltraud Fall
Waltraud Fall

Molti artisti trovano la propria vena creativa tardi e solo dopo aver compiuto un percorso di vita in virtù del quale hanno assorbito emozioni e sensazioni che in un secondo momento hanno sentito la necessità di manifestare; per la tedesca Waltraud Fall invece la scoperta della propria inclinazione artistica è avvenuta in giovane età, quando i genitori le regalarono dei colori a olio e una tela sulla quale lei dipinse un girasole con un vaso blu. Quello è stato solo l’inizio di un cammino di sperimentazione durante il quale la giovane aspirante artista scoprì di amare sopra tutto il disegno. Tuttavia la scelta di vita, quella cioè di dedicare tutta se stessa al marito e ai figli, l’ha allontanata dal suo amore per l’arte poiché distratta dalla contingenza e dal desiderio di essere un punto fermo nella sua famiglia. Solo intorno agli anni Novanta, dunque dopo molto tempo, ha ritrovato la vena creativa e il desiderio impellente di ricominciare il percorso interrotto, scegliendo finalmente di ritagliarsi il tempo per inseguire il suo sogno, quello di essere un’artista; in quella fase ha optato per l’acquarello in quanto lo sentiva più affine alle sue corde, quello con cui percepiva fosse più semplice poter riprendere da dove si era interrotta. Dopo quel primo momento di ritorno all’arte ha proseguito studiando vari stili pittorici poiché la sua inclinazione verso l’apprendimento di nuove tecniche e il perfezionamento del suo tocco personale, anche in virtù delle nuove nozioni da mettere subito in pratica, non le permettono di accomodarsi all’interno di una cifra stilistica determinata e dunque statica. Il bisogno di continuare a sperimentare costituisce per lei una condizione imprescindibile dalla creatività, e dunque negli ultimi anni ha utilizzato differenti mezzi come l’olio, l’acrilico, il gesso e il pastello, tutti funzionali a infonderle quella sensazione di calma interiore, di pace che riesce a ottenere solo quando si pone in dialogo con la tela. Tendenzialmente figurativa, Waltraud Fall passa dal Realismo all’Espressionismo e i suoi soggetti preferiti sono le nature morte, dove il suo animo contemplativo trova la massima realizzazione, oppure i paesaggi dei luoghi della sua amata Baviera; il percorso interiore che la pittura la induce a compiere è quello della liberazione di sensazioni ed emozioni diversamente spiegabili, perché l’unico mezzo attraverso il quale è in grado di comunicare ogni sfumatura è quello visivo, quello in cui non esiste l’intermediazione razionale della parola bensì solo l’approccio espressivo affine alle sue caratteristiche interiori, quindi delicato, sensibile, misurato, mai eccessivo proprio perché esternazione di un ritrovato equilibrio grazie all’atto pittorico. Nella tela Der braune Krug (L’anfora marrone)

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Der braune Krug

sembra quasi vi sia una tendenza metafisica, il drappo bianco appare come un collegamento all’arte classica tanto così come l’anfora che gli impedisce di cadere; in qualche modo l’artista vuole sottolineare quanto in fondo tutto ciò che era semplice e familiare in un mondo lontano lo sia altrettanto anche nella contemporaneità, assolutamente differente per modalità esistenziali eppure decisamente vicino per le emozioni umane che necessitano le medesime rassicuranti certezze degli uomini di ogni tempo. Il tratto è Realista ma in un certo modo si mescola ad alcune influenze Espressioniste soprattutto in quel contorno, l’ambiente circostante, che trasporta l’osservatore verso epoche passate, lo avvolge di sensazioni apparentemente impercettibili eppure fortemente presenti. In Eisbecher oder Blumen bouquet (Coppa di gelato o bouquet di fiori)

Eisbecher oder Blumen bouquet acryl auf leinwand Waltraud Fall
Eisbecher oder Blumen bouquet

invece l’approccio pittorico si modifica e volge più decisamente verso l’Espressionismo, talmente forte da sfumare la realtà per depurarla da tutti i riferimenti visivi lasciando così emergere solo l’essenza della frutta e dei fiori rappresentati, quella sensazione di trasparenza che si lega al ricordo, alla memoria di frangenti legati a dettagli di case di famiglia, delle nonne che disponevano con cura la frutta come se fosse una composizione artistica essa stessa. Andiamo ora a conoscere meglio l’artista dalla sua viva voce.

Waltraud, lei ha rinunciato molto a lungo alla sua vena artistica, è stato difficile per lei trattenere ciò che invece aveva bisogno di manifestare oppure ha fatto parte di un percorso piuttosto naturale?

Sì, è vero, ho dovuto fare a meno dell’arte per molto tempo. In realtà, volevo formarmi come disegnatore tecnico, ma forse, con la maturità di oggi sarebbe stato meglio studiare come grafico o disegnatore. Tuttavia i miei genitori hanno pensato che avrei dovuto imparare qualcosa di più concreto e così ho deciso di formarmi come venditrice al dettaglio, ruolo che mi ha impegnata molto e mi ha costretta a esercitare il disegno solo nel tempo libero. Quando mi sono sposata e ho avuto il mio primo figlio, la mia famiglia è diventata la mia priorità perché volevo che ai miei figli non mancasse nulla. Questa era un’esigenza primaria per me poiché avevo vissuto una realtà completamente diversa, mia madre non si era dedicata molto a me. Quindi da un lato è stato difficile rinunciare all’arte ma dall’altro è stata una scelta che ho voluto compiere perché i miei figli erano la priorità.

Der Kaktus Stillleben Acryl auf Papier Waltraud Fall
Der kaktus Stilleben

Negli anni Novanta è avvenuto il cambiamento, il bisogno di ritrovare se stessa attraverso l’arte; c’è stato un episodio particolare che ha determinato quel nuovo inizio oppure la decisione è stata frutto di una riflessione su quanto quell’impulso trattenuto le fosse mancato?

C’è stato un evento molto tragico nella mia vita che mi ha anche cambiato molto: il mio terzo figlio è nato morto. Questo mi ha fatto cadere in una profonda depressione da cui non riuscivo a uscire malgrado la presenza e le gioie che mi davano gli altri due figli, con cui cercavo di essere allegra all’esterno. In realtà interiormente una parte di me era morta con il terzo bambino. Poi nel 1997 ho sentito il bisogno di tornare alla mia arte, che non avevo dimenticato e che mi è sempre mancata molto, e lentamente ho ricominciato a dipingere, man mano che il tempo da dedicare alla famiglia me lo permetteva.  Quando sono davanti alla tela sono completamente sola con me stessa e non ho bisogno di pensare molto. Così ho potuto anche far riposare un po’ il mio stato interiore. Da allora dipingo il più spesso possibile.

Lei si muove tra due stili pittorici, il Realismo e l’Espressionismo, sulla base di cosa sceglie uno dei due nel momento in cui inizia a dipingere? È un processo istintivo oppure dipende dal messaggio che desidera trasmettere all’osservatore?

Direi che per lo più è istintivo e dipende anche dal soggetto che voglio dipingere. Il Realismo e l’Espressionismo sono molto entrambi affini alla mia sensibilità creativa e li amo entrambi dunque la scelta dipende anche da quale sentimento ho bisogno di rappresentare sulla tela.

Birnen und Kurbis Stillleben Acryl auf Leinwand Waltraud Fall
Birnen und Kurbis Stilleben

Quali sono i maestri del passato a cui si ispira? Quale sente più vicino al suo stile pittorico?

Sono ispirata da Emil Nolde, Franz Mark, August Macke, Rembrandt e Jan Vermeer. Sono affascinata dal gioco dei colori e soprattutto dal perfetto realismo di Rembrandt e Jan Vermeer. I ritratti sembrano così vivi. Sembra che siano in piedi davanti a te e che tu possa parlare con loro.  A volte sogno di dipingere così. Dunque in realtà il mio stile prende un po’ da ciascuno di loro, senza ovviamente volermi anche minimamente paragonare a questi grandi maestri della pittura.

Kirche St. Rufus acryl auf leinwand Waltraud Fall
Kirche St. Rufus

Ci racconta i suoi prossimi progetti?

A febbraio ho in programma una mostra bipersonale a Brema. In ottobre parteciperò a una collettiva a New York. Non vedo l’ora di riprendere le attività perché sono dovuta stare ferma a causa di un piccolo intervento che mi ha costretta a un soggiorno in ospedale a cui seguirà un periodo di riabilitazione. Poi continuerò i miei studi, che ho iniziato due anni fa in una scuola d’arte per corrispondenza. Sono una persona che vuole sempre imparare qualcosa di nuovo e provare tutto, il mio percorso artistico è una continua ricerca e voglio evolvere il mio stile di pittura.

WALTRAUD FALL-CONTATTI

Email: waltraudfall@web.de

Sito web: https://kunst-fall.menschkunst.de

Facebook: https://www.facebook.com/MalenmachtFreude

Instagram: https://www.instagram.com/waltraud_fall_art/

Marta Locks Interviews:

Waltraud Fall, die Reise durch die Malerei, um inneren Frieden zu finden

Viele Künstler finden ihre schöpferische Ader erst spät im Leben und erst, nachdem sie einen Lebensweg hinter sich haben, auf dem sie Emotionen und Gefühle aufgesogen haben, die sie später zum Ausdruck bringen wollten. Für die deutsche Künstlerin Waltraud Fall jedoch kam die Entdeckung ihrer künstlerischen Neigung schon in jungen Jahren, als ihre Eltern ihr einige Ölfarben und eine Leinwand schenkten, auf die sie eine Sonnenblume mit einer blauen Vase malte. Dies war nur der Anfang eines Weges des Experimentierens, auf dem die junge aufstrebende Künstlerin entdeckte, dass sie das Zeichnen über alles liebt. Ihre Lebensentscheidung, sich ganz ihrem Ehemann und ihren Kindern zu widmen, brachte sie jedoch von ihrer Liebe zur Kunst ab, da sie durch Zufälligkeiten und den Wunsch, in ihrer Familie eine feste Größe zu sein, abgelenkt wurde. Erst in den 1990er Jahren entdeckte sie nach langer Zeit wieder ihre kreative Ader und den dringenden Wunsch, den Weg, den sie unterbrochen hatte, wieder aufzunehmen, und entschied sich schließlich dafür, sich Zeit zu nehmen, um ihrem Traum, Künstlerin zu werden, nachzugehen; zu diesem Zeitpunkt entschied sie sich für die Aquarellmalerei, da sie das Gefühl hatte, dass diese ihr am nächsten lag und es ihr leichter fiel, dort weiterzumachen, wo sie aufgehört hatte. Nach diesem ersten Moment der Rückkehr zur Kunst fuhr sie fort, verschiedene Malstile zu studieren, da ihre Neigung, neue Techniken zu

erlernen und ihre persönliche Note zu perfektionieren, auch aufgrund der neuen, sofort umzusetzenden Ideen, es ihr nicht erlaubte, sich auf einen bestimmten und daher statischen stilistischen Code festzulegen. Für sie ist das Bedürfnis, immer wieder zu experimentieren, eine wesentliche Voraussetzung für ihre Kreativität, und so hat sie in den letzten Jahren verschiedene Medien wie Öl, Acryl, Kreide und Pastell verwendet, die ihr alle dazu dienen, das Gefühl der inneren Ruhe und des Friedens zu vermitteln, das sie nur erreichen kann, wenn sie in einen Dialog mit der Leinwand tritt. Ihre Lieblingsmotive sind Stillleben, in denen ihre kontemplative Seele ihren größten Ausdruck findet, oder die Landschaften ihres geliebten Bayern; Die innere Reise, zu der die Malerei sie veranlasst, ist die der Befreiung von Empfindungen und Emotionen, die auf verschiedene Weise erklärt werden können, denn das einzige Medium, mit dem sie jede Nuance mitteilen kann, ist das visuelle, in dem es keine rationale Vermittlung durch Worte gibt, sondern nur die expressive Annäherung, die ihren inneren Eigenschaften entspricht, also zart, sensibel, gemessen, niemals übertrieben, gerade weil es die Äußerung eines wiedergefundenen Gleichgewichts dank des Akts der Malerei ist. In dem Gemälde Der braune Krug scheint es fast eine metaphysische Tendenz zu geben, das weiße Tuch scheint eine Verbindung zur klassischen Kunst zu sein, ebenso wie die Amphore, die sie vor dem Umfallen bewahrt. In gewisser Weise will der Künstler betonen, dass alles, was in einer fernen Welt einfach und vertraut war, auch in der zeitgenössischen Welt einfach und vertraut ist, die in ihren existentiellen Methoden völlig anders ist, aber den menschlichen Gefühlen sehr nahe steht, die dieselben Gewissheiten verlangen, dieselben beruhigenden Gewissheiten der Menschen aller Zeiten. Der Strich ist realistisch, aber in

gewisser Weise mit expressionistischen Einflüssen vermischt, vor allem in den Umrissen der Umgebung, die den Betrachter in vergangene Epochen versetzen und ihn in scheinbar unmerkliche, aber stark präsente Empfindungen einhüllen. In Eisbecher oder Blumenstrauß ändert sich jedoch der bildnerische Ansatz und wendet sich entschiedener dem Expressionismus zu, der so stark ist, dass er die Realität verwischt, um sie von allen visuellen Bezügen zu befreien und so nur das Wesen der dargestellten Früchte und Blumen hervortreten zu lassen, jenes Gefühl der Transparenz, das mit der Erinnerung verbunden ist, mit der Erinnerung an Momente, die mit Details des Familienhauses verbunden sind, an Großmütter, die das Obst sorgfältig arrangierten, als wäre es eine künstlerische Komposition an sich. Lernen wir nun die Künstlerin durch ihre eigene Stimme besser kennen.

Waltradud, Sie haben lange Zeit auf Ihre künstlerische Ader verzichtet, war es für Sie schwierig, das, was Sie ausdrücken wollten, zurückzuhalten, oder war es Teil eines eher natürlichen Weges?

In den 1990er Jahren fand der Wandel statt, das Bedürfnis, sich durch die Kunst neu zu entdecken. Gab es ein bestimmtes Ereignis, das diesen Neuanfang bestimmte, oder war die Entscheidung das Ergebnis einer Überlegung, wie sehr Sie diesen verhaltenen Impuls vermisst hatten?

Sie bewegen sich zwischen zwei Malstilen, dem Realismus und dem Expressionismus, wofür entscheiden Sie sich, wenn Sie anfangen zu malen? Ist es

ein instinktiver Prozess oder hängt es von der Botschaft ab, die Sie dem Betrachter vermitteln wollen?

Von welchen Meistern der Vergangenheit lassen Sie sich inspirieren? Welches entspricht Ihrer Meinung nach am ehesten Ihrem Malstil?

Können Sie uns etwas über Ihre nächsten Projekte erzählen?