Le interviste di Marta Lock: Iva Tufo, la ricerca di un mondo fiabesco per evadere dalla realtà

di Marta Lock
Iva Tufo
Iva Tufo Nata in provincia di Siena, mamma e lavoratrice, Iva Tufo, in arte Kamala, tutto avrebbe immaginato meno di avere un talento artistico che si è manifestato inaspettatamente ma che, da quel momento in avanti, ha costituito una realtà parallela all’interno della quale dimenticare la contingenza e il dolore provocato da un’inspiegabile problema fisico che le limitava notevolmente l’uso di braccia e mani; grazie al suggerimento di un medico, uno di quelli che crede nel potere della mente oltre che della scienza, ha superato la sofferenza fisica impegnando le mani in qualcosa di differente dall’uso comune, scegliendo così di cominciare a dipingere. La mancanza di formazione specifica non le ha impedito di liberare la sua natura creativa che, nel tempo, è diventata la sua passione, quella a cui non riesce più a rinunciare e che costituisce un’evasione dalla contingenza; forse è proprio per la funzione che l’arte ha avuto nella sua vita che le opere rappresentano mondi irreali, personaggi da fiaba, perché l’immaginazione aveva bisogno di trovare una fuga, inizialmente da un impedimento fisico ma successivamente da tutte le situazioni o emozioni che non la fanno sentire bene, che non le permettono di trovare quell’armonia e quella serenità che invece riproduce nei suoi dipinti. Il percorso di guarigione fisica è andato di pari passo con la consapevolezza emozionale, un cammino di autoaiuto che non solo ha costituito il modo per esprimere su tela la propria vera essenza, quell’innalzarsi al di sopra del reale attraverso la dimensione del sogno, di un mondo fatto di delicatezza, di arcobaleni, di libertà e di leggerezza, che nulla ha a che vedere con la superficialità, attraverso il quale spostarsi verso una dimensione ideale, verso un universo parallelo in cui i desideri, le speranze, la bellezza e la semplicità siano condizioni imprescindibili. Con un tale approccio filosofico lo stile non può che essere quello del Realismo Magico, a cui si mescola un po’ di Simbolismo e un po’ di Surrealismo, in virtù del quale riesce a liberare le sensazioni più profonde, a raccontare della sua interiorità che però si trasforma in sentire comune di emozioni universali e che coinvolge l’osservatore sia per la semplicità visiva sia per l’intensità del messaggio che fuoriesce da quei colori vivi e al tempo stesso soffici, in accordo con le atmosfere irreali raffigurate che però presentano sempre un legame con tutto ciò che lo sguardo è abituato a cogliere, anche se spesso sovvertito nell’ordine, decontestualizzato o modificato nel significato. Nell’opera Primavera
PRIMAVERA acrilico su tela 70x60 anno 2021 Iva Tufo Kamala
Primavera
la bambina in basso sulla tela si appresta ad attraversare un viale fatato, in cui gli alberi sono da un lato rigogliosi e incoraggianti a proseguire lungo la strada, dall’altro però sono spogli, sembrano appartenere a un mondo subacqueo di cui si intuisce la presenza solo guardando più in alto, verso la piccola casa sullo sfondo che sembra affacciarsi su un piccolo lago; in un certo senso la tela è metafora dell’esistenza, quella scelta continua che l’individuo è chiamato a compiere e che determina la sua visione delle cose, il suo vedere la positività e l’accoglienza degli alberi rigogliosi oppure il mistero e l’instabilità generata da un mondo a rovescio, dove l’acqua è sopra i tronchi e dunque il senso è destabilizzante. Nel dipinto Un battito d’ali
UN BATTITO DALI olio su tela 60x50 anno2021 Iva Tufo Kamala
Un battito d’ali
Iva Tufo circonda la donna protagonista con l’armonia della natura, ponendo il volto al centro di una scena immaginaria in cui il cuore, la sua interiorità, riesce a liberarsi dalla gabbia dentro cui, per scelta o per conseguenza degli accadimenti, si è rinchiuso; l’apertura verso l’esterno però è necessaria perché non è possibile, sembra suggerire l’artista, restare troppo a lungo dentro una prigione dorata di protezione, è necessario mettersi in relazione con il mondo esterno e lasciare che il coraggio prenda il sopravvento sui timori e sulle paure. Dunque equilibrio tra realtà e immaginazione nelle tele di Iva Tufo che andremo ora a conoscere meglio attraverso quest’intervista. Lavoratrice a tempo pieno e artista, quanto è complicato conciliare queste due componenti importanti della sua quotidianità? Quanto tempo dedica all’arte durante la sua giornata? È abbastanza difficile, il tempo a disposizione non è molto ma quando sento forte il bisogno di dipingere devo tralasciare altre cose dunque quotidianamente non mi è quasi mai possibile dedicarmi all’arte. Ma quando sta nascendo un quadro mi basta anche dargli una pennellata prima di andare a dormire mi fa star bene… è un po’come restare connessa con quella sensazione e con quell’impulso creativo ne ho bisogno per non perdere l’attimo.
VIBRAZIONI acrilico su tela 100x80 anno 2021 Iva Tufo Kamala
Vibrazioni
Lei è giunta all’espressione artistica in una fase buia e delicata della sua vita, ci racconta quanto ha contato trovare questo importante gancio per uscire dalla situazione e in che modo ha migliorato la sua esistenza, sia dal punto di vista fisico che da quello emotivo? L’arte è stata la mia ancora di salvezza. Ho imparato nel tempo che mente e corpo sono un tutt’uno. A volte dentro di noi, è racchiuso così tanto dolore e sofferenza di cui non siamo consapevoli perché tendiamo a non ascoltarci. Il corpo parla, ha un suo linguaggio. Il segreto è trovare un modo per dargli voce e trasformare il buio in luce. Le mie mani e le mie braccia che erano stare limitate per due lunghissimi anni, adesso non lo sono più, perché attraverso la mia cosiddetta arte nata per caso, così la definisco io, riesco a dare voce alle mie emozioni, ibernate per troppo tempo. Quelle stesse mani che quando hanno scoperto pennelli e colori si muovevano leggere e non sentivano più alcun dolore. Non è stato facile accettare tutto questo, è stato un processo molto lento. Sarò sempre grata a chi mi è stato accanto in questo lungo viaggio di crescita personale, di nuove consapevolezze, durante il quale ho imparato veramente tanto di me stessa. Quando dipingo mente corpo e anima diventano una cosa sola, tutto il resto si annulla e in quel momento mi sento libera di esprimermi, di creare, ed è una sensazione bellissima. Non ha avuto una formazione accademica eppure riesce a dare alle sue opere un grande equilibrio armonico e intensi significati, qual è la sua fonte di ispirazione? Ci sono artisti del passato a cui si sente vicina o da cui ha attinto il suo stile pittorico? La mia fonte di ispirazione è il mio sentire, quel qualcosa che nasce dalla pancia, dalle mie emozioni, lascio libere le mani di dipingere quello che vogliono e come vogliono, annullando la parte razionale e il giudizio… molte volte dipingo usando semplicemente le dita. Come artista mi sento vicina a Frida Kahlo, forse ci accomuna una storia dolorosa, trasformata in arte. Non ho una conoscenza tale da attingere a nessuno stile pittorico.
IL VUOTO olio su tela 40x50 anno 2021 Iva Tufo Kamala
Il vuoto
Il suo linguaggio artistico si può collocare a metà tra Realismo Magico e Simbolismo, qual è il messaggio che desidera trapeli a chi osserva le sue opere? Come desidererebbe ricevesse ciò che lei esprime? Il messaggio che vorrei mandare è di forza, di coraggio, di non arrendersi alle avversità anche se con fatica. Di credere al diritto di avere i propri sogni e della capacità di provare a realizzarli, in qualche modo. Con i miei quadri desidero solo trasmettere emozioni, di qualunque tipo siano.
ANIME RUBATE acrilico su tela 60x80 anno 2020 Iva Tufo Kamala
Anime rubate
Dalla prima mostra nella sua città, nel corso del tempo ha partecipato a importanti manifestazioni e collettive sul territorio nazionale, ci racconta i suoi prossimi progetti? Il mio primo progetto, appena il Covid lo consentirà, è fare di nuovo una mostra nel luogo dove è nata la mia arte, dove i miei quadri si sentono a casa. Un altro sogno che spero un giorno di riuscire a realizzare, è di scrivere tutta la mia storia illustrandola anche con i quadri, come se fosse un puzzle che pezzo dopo pezzo va al suo posto. Un altro mio progetto è fare una mostra tramite la quale promuovere una raccolta fondi da destinare a bambini e donne vittime di violenza, è un mio grande desiderio, una necessità sapere che la mia arte, nata da tanta sofferenza, possa essere d’aiuto a qualcuno. E non per ultimo riuscire a vendere le mie opere non solo per la parte economica, che è importante, quanto perché arriva il momento in cui si deve lasciare andare tutti quei pezzi di anima messi su tela, altrimenti rimaniamo ancorati al passato e non riusciamo a dare spazio al nuovo, sperimentando il presente… e chissà, magari un giorno riuscire a fare dell’arte la mia unica professione. IVA TUFO KAMALA-CONTATTI Email: ivatufo51168@gmail.com Facebook: https://www.facebook.com/iva.tufo Instagram: https://www.instagram.com/kamala_official_art/

Marta Lock’s interviews:

Iva Tufo, the search for a fairy-tale world to escape from reality

Born in the province of Siena, mother and worker, Iva Tufo, aka Kamala, would have imagined anything but having an artistic talent that manifested itself unexpectedly but that, from that moment on, constituted a parallel reality within which to forget the contingency and pain caused by an inexplicable physical problem that greatly limited the use of her arms and hands; thanks to the suggestion of a doctor, one of those who believes in the power of the mind as well as science, she overcame her physical suffering by engaging her hands in something other than their habitual use, and thus chose to start painting. The lack of specific training did not prevent her from freeing her creative nature that, over time, became her passion, the one she can no longer give up and which constitutes an escape from contingency; perhaps it is because of the role that art has played in her life that her artworks represent unreal worlds, fairytale characters, because her imagination needed to find an escape, initially from a physical impediment but subsequently from all the situations or emotions that do not make her feel good, that do not allow her to find that harmony and serenity that she reproduces in her paintings. The path of physical healing has gone hand in hand with emotional awareness, a path of self-help that has not only been the way to express her true essence on canvas, that of rising above reality through the dimension of dreams, of a world made of delicacy, rainbows, freedom and lightness, which has nothing to do with superficiality, through which to move towards an ideal dimension, towards a parallel universe in which desires, hopes, beauty and simplicity are essential conditions. With such a philosophical approach, the style can only be that of Magic Realism, to which is mixed a little Symbolism and a little Surrealism, by virtue of which she manages to release her deepest feelings, to tell of her interiority which, however, is transformed into a common feeling of universal emotions and which involves the observer both for its visual simplicity and for the intensity of the message that comes out of those lively and at the same time soft colours, in accordance with the unreal atmospheres depicted, which, however, always present a link with everything that the eye is accustomed to grasping, even if often subverted in order, decontextualised or modified in meaning. In Primavera (Spring), the little girl at the bottom of the canvas is preparing to cross an enchanted avenue, in which the trees are, on the one hand, luxuriant and encouraging to continue along the road, but on the other hand are bare, seeming to belong to an underwater world whose presence is only perceived by looking higher up, towards the small house in the background that seems to overlook a small lake; in a certain sense the canvas is a metaphor for existence, that continuous choice that the individual is called upon to make and which determines his view of things, his seeing the positivity and welcome of the luxuriant trees or the mystery and instability generated by an upside-down world, where the water is above the trunks and therefore the sense is destabilising. In the painting Un battito d’ali (A Wing Beat), Iva Tufo surrounds the woman with the harmony of nature, placing her face at the centre of an imaginary scene in which her heart, her interiority, is able to free itself from the cage in which, by choice or as a result of events, it has locked itself; However, it is necessary to open up to the outside world because, as the artist seems to suggest, it is not possible to remain inside a gilded prison of protection for too long; it is necessary to establish a relationship with the outside world and allow courage to prevail over fears and apprehensions. A balance between reality and imagination in Iva Tufo’s paintings, which we will now get to know better through this interview. Full-time worker and artist, how complicated is it to reconcile these two important components of your daily life? How much time do you devote to art during your day? It’s quite difficult, I don’t have a lot of time, but when I feel the urge to paint I have to leave other things out, so I can hardly ever devote myself to art on a daily basis. But when a painting is in the process of being born, even just a brushstroke before going to sleep is enough to make me feel good… it’s a bit like being connected to that feeling and that creative impulse, I need that to not lose the moment. You came to artistic expression in a dark and delicate phase of your life, can you tell us how important it was to find this important hook to get out of the situation and how it improved your existence, both physically and emotionally? Art has been my lifeline. I have learnt over time that mind and body are one. Sometimes there is so much pain and suffering inside us that we are not aware of because we tend not to listen to ourselves. The body speaks, it has its own language. The secret is to find a way to give it a voice and transform darkness into light. My hands and arms, which were limited for two long years, are no longer limited, because through my so-called accidental art, as I call it, I am able to give voice to my emotions, which have been hibernating for too long. Those same hands that when they discovered brushes and colours moved lightly and no longer felt any pain. It was not easy to accept all this, it was a very slow process. I will always be grateful to those who have been with me on this long journey of personal growth, of new awareness, during which I have learned so much about myself. When I paint, my mind, body and soul become one, everything else disappears and at that moment I feel free to express myself, to create, and it is a beautiful feeling. You had no academic training and yet you manage to give your paintings a great harmonic balance and intense meanings, which is your source of inspiration? Are there any artists from the past that you feel close to or from whom you have drawn your painting style? My source of inspiration is my feeling, something that comes from my gut, from my emotions, I leave my hands free to paint what they want and how they want, cancelling the rational part and the judgement… many times I paint simply using my fingers. As an artist I feel close to Frida Kahlo, perhaps because we share a painful history, transformed into art. I do not have the knowledge to draw on any style of painting. Your artistic language is somewhere between Magic Realism and Symbolism, what is the message you would like to convey to those who observe your work? How would you like them to receive what you express? The message I would like to send is that of strength, courage, of not giving in to adversity, even if it is hard. To believe in the right to have one’s own dreams and the ability to try to realise them in some way. With my paintings, I just want to convey emotions, whatever they may be. Since your first exhibition in your home town, you have taken part in important events and group exhibitions throughout Italy, can you tell us your next projects? My first project, as soon as Covid allows it, is to hold a solo exhibition again in the place where my art was born, where my paintings feel at home. Another dream that I hope one day to be able to realise is to write down my whole story, illustrating it with my paintings as well, as if it were a puzzle that falls into place piece by piece. Another project of mine is to hold an exhibition to raise funds for children and women who are victims of violence. It is my great desire and necessity to know that my art, born of so much suffering, can help someone. And last but not least, to be able to sell my artworks, not only for the economic part, which is important, but because there comes a time when you have to let go of all those pieces of soul put on canvas, otherwise we remain anchored to the past and fail to make room for the new, experimenting with the present … and who knows, maybe one day I can make of art my only profession. IVA TUFO KAMALA-CONTATTI Email: ivatufo51168@gmail.com Facebook: https://www.facebook.com/iva.tufo Instagram: https://www.instagram.com/kamala_official_art/