di Marta Lock
Il percorso che conduce verso la scoperta dell’inclinazione artistica a volte è lungo e ha bisogno di passaggi graduali di autoconsapevolezza emotiva e solo successivamente riesce a manifestarsi sulla tela, mentre in altri casi si palesa subito e accompagna l’intera vita di chi ha il privilegio di riconoscere l’impulso creativo e la capacità di concretizzarlo; questo è stato il cammino di Giuliana Arcangelelli che ha cominciato a dipingere fin da giovane e ha poi trasformato e modificato il suo stile sulla base degli accadimenti, degli eventi, che hanno attraversato la sua esistenza. Umbra, gioiosa forse anche grazie al contatto con i bambini che ha contraddistinto la sua carriera professionale, è stata per molti anni maestra di scuola materna, e consapevole dell’importanza della semplicità, del contatto con le emozioni più profonde grazie alle quali l’individuo può conoscere meglio se stesso, sceglie uno stile figurativo, vicino al Realismo per la capacità descrittiva dei dettagli dei personaggi riprodotti, ma con una matrice cromatica tendente all’Espressionismo, trasformandosi talvolta in un gioioso NeoPop, poiché l’irrealtà delle tonalità scelte si accorda perfettamente al ventaglio di emozioni che compongono la personalità dei protagonisti, o il frangente immortalato, o ancora le sensazioni che avvolgono l’interiorità in quella particolare fase della vita. Sceglie l’animo femminile la Arcangelelli, quel mondo sussurrato che conosce bene e che studia anche attraverso un contatto empatico con il mondo che la circonda, in virtù di una capacità innata di intuire ciò che si nasconde oltre uno sguardo, oltre un gesto apparentemente spontaneo eppure in grado di svelare quanto resta latente sotto il velo della razionalità. Le vicissitudini della sua vita l’hanno portata verso la necessità di dare sfogo a tutto ciò che si nascondeva nel profondo, approcciando l’arte come una terapia emotiva, e dunque in qualche modo le sue opere diventano quasi un’esortazione all’osservatore a intraprendere il medesimo percorso, quello di affondare e perdersi dentro tutto ciò che spesso non vuole essere affrontato per poterne prendere atto, accettarlo come qualcosa che non può essere cambiato, e ricostruire la propria struttura interiore comprendendo il cambiamento che le circostanze hanno costretto a compiere. L’opera Immersa
sembra essere metafora proprio di questo concetto, la donna protagonista si lascia completamente andare alla riflessione su se stessa, rapita da quel turbinio di emozioni che la Arcangelelli rappresenta sotto forma di mosaico pittorico, intarsi che rivestono la pelle della ragazza come se fossero un puzzle da ricomporre per prendere consapevolezza delle proprie esperienze e da quelle ripartire per continuare a evolvere. L’immersione di cui parla il titolo quindi è solo figurativamente legata all’acqua, che peraltro nella simbologia è in grado di pulire e di purificare per generare una nuova rinascita, ma in realtà quell’andare sotto la superficie è legata appunto a quel processo di autocoscienza, di autoanalisi a cui non è possibile né funzionale sottrarsi, non molto a lungo. Ancora nella tela Riflesso,
tra le poche in cui a essere protagonista è un uomo, ciò che emerge è lo sguardo da un lato malinconico nel ricordare eventi e sentimenti appartenenti al passato, dall’altro cosciente di aver compiuto delle scelte che, giuste o sbagliate che si siano rivelate, hanno determinato un concatenamento di eventi a seguito dei quali si è concretizzato il percorso che ne è derivato. In questo caso le tonalità sono più realiste forse perché inconsciamente Giuliana Arcangelelli attribuisce al genere maschile una maggiore razionalità, un bilanciamento tra mondo emozionale e mondo della mente che diviene filtro di tutta l’esistenza, mentre al genere femminile riconosce una connessione più diretta con la sfera interiore, pregio ma spesso anche difetto perché l’incapacità di dominare le sensazioni può generare un’inaspettata fragilità. Andiamo ora ad approfondire la conoscenza dell’artista attraverso questa intervista.
Giuliana, lei ha scoperto subito la sua vena artistica, ci racconta quanto è stata importante nella sua vita la capacità di esprimersi attraverso l’arte e quanto il suo stile pittorico è evoluto nel corso del tempo?
Sin da piccola mi piaceva disegnare, anche se ancora non era maturata in me l’idea di essere un’artista; quando poi sono stata assunta presso la scuola materna ho avuto modo di continuare a esprimermi attraverso disegni e arte grafica poiché i bambini molto piccoli non conoscono ancora la parola dunque hanno bisogno dell’immediatezza delle immagini per apprendere. Inoltre la mia creatività trovava sfogo anche nell’esecuzione delle scenografie per le recite scolastiche che organizzavamo e questo mi dava modo di esercitare continuamente la mia passione per il disegno. Solo dopo molti anni sono passata in maniera più strutturata alla pittura che ora accompagna la mia quotidianità dunque in qualche modo il mio stile attuale è legato alla spontaneità e ai colori vivaci che i bambini tanto amano e che coinvolgono anche gli adulti, oltre a rallegrare la mia anima.
Ci sono stati eventi nella sua vita che hanno determinato un cambio di linguaggio artistico o comunque del suo approccio alla vita e all’osservazione del mondo circostante?
La mia vita non è stata rose e fori, si sono verificati alcuni eventi dolorosi che hanno causato in me un profondo cambiamento; è stato quello il giro di boa della mia vita, il momento in cui mi sono
letteralmente buttata mani e piedi nell’arte, come se fosse una fonte di rigenerazione, uno strumento grazie al quale ho potuto recuperare la mia forza, il coraggio e l’energia per proseguire il mio cammino, malgrado gli accadimenti. Dopo quelle circostanze ho ampliato la gamma cromatica scegliendo colori intensi, brillanti, caleidoscopici proprio per uscire dal buio che aveva segnato la mia vita, dunque in qualche modo l’arte mi ha permessa di rinascere.
Parliamo ora della sua predilezione nel narrare la donna da diversi punti di vista e sfaccettature. Crede che il genere femminile sia maggiormente predisposto ad accogliere e a convivere con le sensazioni? Oppure semplicemente si sente più affine e dunque è più semplice e naturale per lei esplorare un mondo che tutto sommato le appartiene? Sicuramente la donna è più abituata a convivere con un mondo emotivo costantemente agitato, noi siamo più propense a rimuginare, interiorizzare, trovare significati e spiegazioni in tutti gli eventi che fanno parte della nostra vita. Dunque descrivere i pensieri, gli istanti, le emozioni della donna fa parte del mio modo di dare in qualche modo vita alle mie stesse emozioni, conoscendole esattamente grazie all’interpretazione che do alle espressioni di altre donne. Il percorso di conoscenza di me stessa mi induce in qualche modo a comunicare con il mondo femminile per raccontare che è possibile reagire agli accadimenti, un invito a non arrendersi perché attraverso la determinazione e l’energia positiva si può superare tutto. L’utilizzo di una gamma cromatica tanto ampia, a metà tra Espressionismo e NeoPop, è dovuta al fatto che è ciò che avrei voluto nella mia vita e che invece mi è mancato.
Lei è autodidatta eppure le sue opere mostrano una grande capacità descrittiva e intensità emozionale. Ci sono artisti del passato a cui si è ispirata o a cui si sente vicina dal punto di vista stilistico?
Sono un’autodidatta è vero, anche se nel corso degli anni ho frequentato alcuni corsi di pittura, tuttavia sono convinta che il confronto diretto con gli altri artisti, in occasione di mostre e di eventi, sia la migliore scuola perché permette di evolvere il proprio stile, aprirsi a interpretazioni diverse che possono arricchire e ampliare la ricerca creativa. Non mi sento particolarmente vicina ai maestri del passato che restano comunque dei modelli a cui ispirarsi, però amo il raffronto, lo scambio di opinioni, suggerimenti su tecniche e metodi dei miei colleghi contemporanei.
Partecipa regolarmente a molte mostre collettive in tutto il territorio nazionale, ci racconta i suoi prossimi progetti? Dove potranno vedere le sue opere i lettori?
Ho partecipato con grande soddisfazione a molte mostre importanti in tutta Italia e all’estero.
Il mio unico progetto è quello di continuare la strada intrapresa, di farmi conoscere, di continuare a prendere parte a collettive dove posso continuare a confrontarmi con altri artisti e soprattutto per portare avanti il mio messaggio di energia e vita.
GIULIANA ARCANGELELLI-CONTATTI
Email: arcangelelli2@libero.it
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Instagram: https://www.instagram.com/giulianaarcangelelli4/
Marta Lock’s interviews:
Giuliana Arcangelelli, when colour and light become deepening of life’s emotions
The path that leads to the discovery of an artistic inclination is sometimes long and requires gradual steps of emotional self-awareness and only later does it succeed in manifesting itself on the canvas, while in other cases it becomes apparent immediately and accompanies the entire life of those who have the privilege of recognising the creative impulse and the ability to realise it; this was the path taken by Giuliana Arcangelelli who began painting when she was young and then transformed and modified her style on the basis of the events that crossed her existence. Umbrian, joyful perhaps also thanks to the contact with children that has marked her professional career, she was for many years a nursery school teacher, and aware of the importance of simplicity, of contact with the deepest emotions thanks to which the individual can better know himself, she chooses a figurative style, close to Realism in her ability to describe the details of the characters portrayed, but with a chromatic matrix tending towards Expressionism, trasforming it sometimse in a joyful NewPop, as
the unreality of the shades chosen is in perfect harmony with the range of emotions that make up the personality of the protagonists, or the situation immortalised, or the feelings that envelop the inner self in that particular phase of life. Arcangelelli chooses the female soul, that whispered world that she knows well and that she studies also through empathic contact with the world around her, by virtue of an innate ability to intuit what is hidden beyond a glance, beyond an apparently spontaneous gesture that is nevertheless capable of revealing what remains latent under the veil of rationality. The vicissitudes of her life have led her to the need to give vent to everything that is hidden deep inside, approaching art as an emotional therapy, and so in some ways her artworks become almost an exhortation to the observer to take the same path, that of sinking and losing oneself inside everything that often does not want to be faced in order to be able to take note of it, accept it as something that cannot be changed, and reconstruct one’s own interior structure by understanding the change that circumstances have forced one to make. The painting Immersa seems to be a metaphor for this concept: the woman protagonist lets herself go completely to reflect on herself, enraptured by that whirlwind of emotions that Arcangelelli represents in the form of a pictorial mosaic, inlays that cover the girl’s skin as if they were a
puzzle to be reassembled in order to become aware of her own experiences and to start from them in order to continue to evolve. The immersion referred to in the title is therefore only figuratively linked to water, which, moreover, in symbology is capable of cleaning and purifying to generate a new rebirth, but in reality that going below the surface is linked precisely to that process of self-awareness, of self-analysis which it is neither possible nor functional to evade, not for long. Again in the artwork Reflection, one of the few canvases in which the protagonist is a man, what emerges is a melancholic gaze, on the one hand, as he recalls events and feelings belonging to the past, and on the other, an awareness of having made choices which, whether right or wrong, have determined a chain of events that have given rise to the resulting path. In this case, the shades are more realistic, perhaps because Giuliana Arcangelelli unconsciously attributes to the male gender a greater rationality, a balance between the emotional world and that of the mind which becomes a filter of all existence, while to the female gender she recognises a more direct connection with the inner sphere, a merit but often also a defect because the inability to dominate feelings can generate an unexpected fragility. Let us now get to know the artist better through this interview.
Giuliana, you immediately discovered your artistic vein. Can you tell us how important it was in your life to be able to express yourself through art and how much your painting style has evolved over time?
Since I was a child, I have liked to draw, even though I had not yet developed the idea of being an artist. When I was hired by the nursery school, I was able to continue to express myself through drawings and graphic art, since very young children do not yet know the word, so they need the immediacy of images to learn. In addition, my creativity also found its outlet in designing the sets for the school plays we organised, which gave me the opportunity to exercise my passion for drawing continuously. it was only after many years that I moved on to painting in a more structured way, which now accompanies my daily life, so in some ways my current style is linked to the spontaneity and bright colours that children love so much and that also involve adults, as well as cheering up my soul.
Have there been events in your life that have led to a change in your artistic language or in your approach to life and to observing the world around you?
My life has not been roses and holes, there have been some painful events that have caused a profound change in me; that was the turning point in my life, the moment when I literally threw myself hand and foot into art, as if it were a source of regeneration, a tool with which I was able to recover my strength, courage and energy to continue on my way, despite the events. After those circumstances, I expanded my colour palette, choosing intense, bright, kaleidoscopic colours to get out of the darkness that had marked my life, so in a way art allowed me to be reborn.
Let us now talk about your predilection for narrating women from different points of view and facets. Do you believe that women are more inclined to accept and live with sensations? Or is it simply that you feel more akin to them and therefore it is easier and more natural for you to explore a world that, after all, belongs to you?
Certainly women are more used to live with a constantly agitated emotional world, we are more inclined in brooding, internalising, finding meanings and explanations in all the events that are part of our lives. So describing women’s thoughts, moments, emotions is part of my way of somehow giving life to my own emotions, knowing them exactly through the interpretation I give to other
women’s expressions. My journey of self-knowledge somehow leads me to communicate with the female world to tell it that it is possible to react to events, an invitation not to give up because through determination and positive energy you can overcome anything. The use of such a wide range of colours, almost akin to Expressionism, is due to the fact that this is what I wanted in my life and what I lacked.
You are self-taught and yet your paintings show great descriptive ability and emotional intensity. Are there any artists from the past who have inspired you or who you feel close to in terms of style?
It is true that I am self-taught, although I have attended a number of painting courses over the years. However, I am convinced that direct contact with other artists at exhibitions and events is the best school because it allows you to develop your own style and open up to different interpretations that can enrich and broaden your creative research. I do not feel particularly close to the masters of the past, who are still models to be inspired by, but I love the comparison, the exchange of opinions and suggestions on techniques and methods of my contemporary colleagues.
You regularly take part in many group exhibitions throughout Italy and abroad, can you tell us about your next projects? Where can readers see your works?
I have participated with great satisfaction in many important exhibitions throughout Italy and abroad. My only project is to continue on the path I have taken, to make myself known, to continue taking part in group exhibitions where I can continue to compare myself with other artists and above all to carry on my message of energy and life.
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