Le interviste di Marta Lock: Annamaria Giugni e Paolo Cantù Gentili, un’inedita interpretazione del magico mondo dei tarocchi

di Marta Lock
Annamaria Giugni e Paolo Cantu con Il Matto
Annamaria Giugni e Paolo Cantù Gentili con Il Matto
Entrambi appassionati da sempre dal mistero della divinazione, dall’alchimia di carte in grado di poter rivelare o dare una traccia sul futuro del consultante e di raccontarne la psicologia, i due colleghi e amici che condividono uno splendido laboratorio artistico in provincia di Brescia, hanno cominciato a studiare il progetto delle tavole dei tarocchi molto tempo fa, approfondendone i significati storici ma anche la figurazione rappresentativa che contraddistingue ogni singola carta. Annamaria Giugni e Paolo Cantù Gentili hanno raccolto una doppia sfida poiché essendo entrambi astrattisti sono dovuti uscire dal territorio abituale per dare struttura e forma a una cifra stilistica diversa che potesse mantenere originalità rispetto alle molte altre interpretazioni già date da altri disegnatori e tarologi. Il connubio tra tarocchi e arte ha già dato origine in passato a un affascinante e coinvolgente giardino situato in Toscana, vicino a Capalbio, ideato da Nicki de Saint Phalle che ha realizzato i ventidue arcani maggiori secondo la sua personale visione e nel suo stile Nouveau réaliste dando vita a enormi strutture di cemento ricoperte di mosaici in ceramica, vetri e specchi colorati, molte delle quali letteralmente abitabili; con lo stesso approccio sognante e attratto dall’incanto dei tarocchi Giugni e Cantù Gentili scelgono di realizzare carte di grandi dimensioni e di grande spessore in cui l’osservatore non solo possa perdersi notando ogni minimo dettaglio, ma anche camminare intorno a esse per scrutarne l’effetto divinatorio e magico che da esse traspare. Il risultato è un avvincente cammino attraverso il mistero, così come una figurazione coinvolgente in virtù della scelta di non particolareggiare i volti di protagonisti delle carte se non nella parte degli occhi che sembrano scrutare l’osservatore e tutto ciò che ruota loro intorno, come se l’attenzione alle energie sottili fosse parte della loro stessa essenza. I due colleghi e amici hanno collaborato a un progetto che porta il segno di entrambi, malgrado la mano realizzatrice sia stata quella di Annamaria Giugni, perché la gamma cromatica intensa ma chiara e luminosa, anche nelle carte meno positive come L’Appeso
XII LAPPESO Annamaria Giugni e Paolo Cantu Gentili
L’appeso
e La Torre, appartiene alla cifra stilistica di Paolo Cantù Gentili, e insieme non solo hanno studiato gli aspetti fondamentali e il percorso storico del mondo dei tarocchi bensì ma anche i risvolti espressivi e distintivi di ogni carta per mantenerne ogni singolo elemento essenziale pur personalizzandola nelle caratteristiche figurative. I simboli sono incastrati tra loro in modo apparentemente casuale eppure, a un secondo sguardo, sono molto ricercati, precisi in ogni minimo particolare, a sottolineare quanta ricerca vi sia stata dietro la realizzazione di ogni tarocco, perché ciò che principalmente Annamaria e Paolo hanno voluto mantenere è il profondo rispetto per un metodo tanto antico quanto solenne, controverso certo ma innegabilmente magnetico per l’essere umano che da sempre tende alla conoscenza dell’inconoscibile, all’esplorazione di un futuro che continua a non essere afferrabile dalle umane possibilità. Ne Il Matto
COPERTINA ARTICOLO IL MATTO Annamaria Giugni e Paolo Cantu Gentili1
Il Matto
per esempio ogni dettaglio è curato e malgrado la rappresentazione appaia semplificata rispetto alle carte più antiche e classiche, proprio per la stilizzazione scelta e voluta dai due artisti, le caratteristiche che contraddistinguono il personaggio sono tutte presenti, dal bastone con il fagotto che rappresenta le esperienze che l’uomo porta con sé, al cane che costituisce l’istinto, gli unici due legami con la realtà di un individuo in costante girovagare per trovare se stesso. Il progetto dei tarocchi ha subito incontrato l’entusiasmo degli addetti ai lavori, sia dell’ambito della tarologia sia in quello editoriale poiché la libreria Il Meneghello di Milano ha deciso di coprodurre la stampa di cinquanta copie del mazzo dei ventidue Arcani Maggiori, presentandole dunque come vero e proprio mazzo di divinazione in grado di infondere positività al cartomante e al consultante grazie alla luminosità e alla gamma cromatica vivace e divertente che la Giugni e Cantù Gentili sono riusciti a imprimere. Andiamo ora a scoprire di più su questo affascinante percorso direttamente dai due artisti. Annamaria, lei è stata di fatto la mano esecutrice delle tavole, quanto è stato difficile staccarsi dal suo stile pittorico, l’Astrattismo, per andare verso una necessaria figurazione? E quanto tempo ha impiegato a studiare gli elementi essenziali da introdurre nelle sue carte stilizzate per non perderne i dettagli imprescindibili di ogni tavola? In realtà non è stato particolarmente difficile perché all’Astrattismo sono arrivata dopo anni di opere figurative. Tuttavia, anche in quelle non ho mai cercato semplicemente di riprodurre la realtà bensì di rappresentarla, prendendo in considerazione aspetti che per me erano particolarmente significativi -marine, tronchi secchi, volti femminili- di cui cercavo di mettere in evidenza il significato simbolico o allegorico. In passato, già avevo dipinto alcuni volti di azzurro, come quelli di alcuni personaggi dei Tarocchi quali il Bagatto, l’Imperatore, l’Appeso. con capelli che diventavano, talora, onde del mare. Pertanto, con i Tarocchi ho potuto riprendere la stessa modalità espressiva anche se in questo caso, i significati erano già fissati e bisognava dare loro una forma. La difficoltà maggiore l’ho incontrata proprio nel coniugare strutture archetipiche, proprie della dimensione umana, con una forma espressiva che riuscisse ad esprimere la mia particolare sensibilità. Questo ha richiesto circa sei anni di studio dei vari tipi di Tarocchi e delle stratificazioni di significato ad essi sottese, per poter fare emergere gli elementi essenziali che ho poi rappresentato in modo personale.
VIII LA GIUSTIZIA Annamaria Giugni e Paolo Cantu Gentili
La Giustizia
Paolo, la parte di studio in questo progetto è stata essenziale, e probabilmente affascinante, ci racconta qualche aneddoto o curiosità legato al mondo dei tarocchi? Nelle opere emerge la gamma cromatica che contraddistingue le sue opere astratte, e che ha contribuito a dare un aspetto positivo e gioioso alle carte. Pensa che questo possa costituire un tratto distintivo del vostro mazzo rispetto agli altri già esistenti? Grazie Marta per darci l’opportunità di spiegare il nostro lavoro. Molte sono le curiosità o aneddoti nella lunga storia dei Tarocchi e molti libri ne parlano. Amo ricordare una frase di Niki De Saint Phalle, già da lei citata nella parte introduttiva, che affermò: “Se la vita è un gioco di carte noi nasciamo senza conoscerne le regole”. I Tarocchi sono un tentativo di mettere in risalto aspetti della vita a cui noi non poniamo la dovuta e necessaria attenzione. Le carte ci stimolano a scoprire le cose fondamentali della nostra esistenza oltre le mille altre che ci distraggono, oggi più che in passato. Ci distolgono dal divertimento pascaliano per riportarci a noi, alla nostra più intima natura. Per quanto riguarda i tratti distintivi del nostro mazzo ha ragione: i colori scelti richiamano la vita e la gioia, non c’è nulla di oscuro e tremendo nei simboli. L’immaginario collettivo ha costruito paura, superstizione, terrore sui Tarocchi come segni ineluttabili di tristi destini. Certo che c’è attenzione anche al negativo, alle difficoltà ma sempre con il desiderio profondo di andare oltre e superare gli ostacoli. Il messaggio dei Tarocchi è positivo: l’ultima carta è il Mondo che rappresenta la vita vissuta nella sua compiutezza unita al riconoscimento dell’Universo a cui tutti gli esseri appartengono. I nostri Tarocchi non parlano, non hanno bocche perché siamo noi che interpretiamo i ricchissimi simboli presenti nelle carte attraverso la nostra personale sensibilità, esperienza e profondità in un’ottica legata alla situazione di quel preciso e specifico momento. Suggeriscono al nostro inconscio che cerca di dar loro voce o, come sosteneva Jung, gli archetipi presenti nelle carte esprimono l’inconscio collettivo dell’umanità.
XV IL DIAVOLO Annamaria Giugni e Paolo Cantu Gentili
Il Diavolo
Annamaria, la presentazione ufficiale delle tavole è avvenuta il 16 settembre del 2020 presso la Libreria Bocca di Milano, quali sono state le emozioni di quel giorno e qual è stata la risposta del pubblico all’affascinante progetto che avete presentato? Quel giorno ho provato una grande emozione perché per la prima volta avevo l’occasione di parlare pubblicamente di quello che, fino a quel momento, era rimasto nella dimensione del progetto e di una ricerca personale. Le risposte delle persone che man mano sono venute a conoscenza del nostro progetto sono state diverse, dalla curiosità allo stupore, dalla meraviglia alla sorpresa. Comunque, sia chi già conosceva i Tarocchi, sia chi non li conosceva ancora si è sentito catturato dalle immagini, per le loro dimensioni, per lo sguardo magnetico e per i colori intensi. Particolarmente gratificante è stato l’apprezzamento da parte di uno dei maggiori studiosi di Tarocchi, il professor Giovanni Pelosini, che ci ha onorato della sua presenza in occasione della inaugurazione della mostra presso il Museo delle Armi di Gardone Val Trompia. Paolo, lei è un filosofo e anche uno studioso di tarologia, in cosa sono vicini e in cosa invece sono distanti una disciplina tanto mentale e razionale come la filosofia da una invece completamente incontrollabile e illogica come la divinazione in cui il controllo sembra affidato al caso? I Tarocchi sono una macchina filosofica, definizione sostenuta da Ouspensky, perché offrono uno strumento grafico per spiegare idee complesse da esprimere solo a parole, come la funzione dei miti in Platone, sono uno strumento mentale che allena la capacità combinatoria della nostra mente tramite ardite associazioni, la abitua a interrogarsi su concetti nuovi e profondi, a meditare sui simboli. Anche Kant ammise che, oltre all’intelletto calcolante, c’era anche una ragione che andava oltre i limiti dell’esperienza sensibile e questa spinta a superare i dati sensibili era parte fondamentale della natura umana. In ciò non vi era certezza scientifica bensì una sorta di conoscenza intuitiva non dimostrabile apparentemente. I drammi, i problemi, le preoccupazioni, le speranze, l’illusione di poter determinare il corso degli eventi sono parte della natura umana. I Tarocchi rientrano in uno dei numerosi tentativi, forse uno dei migliori, di comprendere la nostra psiche, il lato meno noto di noi stessi, l’ombra che ci sfugge, il senso del nostro essere gettati nel mondo.
XVIIII IL SOLE Annamaria Giugni e Paolo Cantu Gentili1
Il Sole
Questa domanda è per entrambi: potete raccontare ai lettori come si è evoluto il progetto a seguito della prima presentazione di due anni fa e quali sono i successivi passi che intraprenderete per promuovere la vostra magica e affascinante idea artistica? A: Dopo la presentazione al pubblico presso la Libreria Bocca di Milano il 16 settembre 2020 all’interno della rubrica TAVOLI HEART, Simona HeArt, che ha curato la rubrica, ci ha messo in contatto con la libreria Il Meneghello di Cristina Dorsini; proprio presso quest’ultima il 14 novembre 2021 si è tenuta la presentazione del mazzo con l’esposizione di alcune carte -pannelli di 90×180 cm- alla presenza del Critico d’arte Massimiliano Bisazza. Dall’8 luglio al 31 agosto 2022 si è tenuta una mostra presso il Museo delle armi e della tradizione armiera di Gardone Val Trompia. In quell’occasione è stato presentato anche il mazzo di carte dei di 22 Arcani Maggiori, stampato in 50 copie, in collaborazione con la libreria Il Meneghello di Cristina Dorsini. Uno di questi mazzi è ora presente al Museo internazionale dei Tarocchi di Bologna. Dalla metà di ottobre 2022 i nostri Tarocchi saranno in mostra presso il Palazzo Dandolo di Adro, Brescia; per la fine di giugno 2023 è prevista anche una esposizione presso il Teatro Grande di Brescia in occasione del saggio di danza che la Scuola Arabesque di Rovato organizza ogni anno e che avrà come tema proprio i Tarocchi. P: Molti. In parte li ha già elencati Annamaria. Penso che, da adesso in poi, dovremo accompagnare questa nostra creatura nel mondo, cercano di farla conoscere, apprezzare o criticare non importa, ma rendere consapevole il pubblico della sua esistenza fino a quando potrà sostenersi da sola senza più il nostro aiuto e farà parte delle cose del mondo. ANNAMARIA GIUGNI-CONTATTI Email: annamariagiugni178@gmail.com Sito web: http://annamariagiugni.blogspot.com/ Facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=100008659331977 Instagram: https://www.instagram.com/annamariagiugni/ PAOLO CANTÙ GENTILI-CONTATTI Email: paocantu44@gmail.com Sito web: https://arcaniblog.wordpress.com/ Facebook: https://www.facebook.com/paolo.cantu4 Instagram: https://www.instagram.com/paolocantugentili/ Linkedin: https://www.linkedin.com/in/paolo-cant%C3%B9-b0946043/

Marta Lock’s interviews:

Annamaria Giugni and Paolo Cantù Gentili, an unprecedented interpretation of the magical world of tarot cards

Both always passionate about the mystery of divination, the alchemy of cards capable of revealing or giving a hint about the future of the consultee and telling his psychology, the two colleagues and friends who share a splendid art workshop in the province of Brescia, started studying the design of tarot cards a long time ago, delving into their historical meanings but also into the representative figuration that distinguishes each card. Annamaria Giugni and Paolo Cantù Gentili took on a double challenge, since being both abstractionists, they had to step out of their usual territory to give structure and form to a different stylistic figure that could maintain originality compared to the many interpretations already given by other designers and tarot artists. The combination of tarot and art has already given rise in the past to a fascinating and enthralling garden in Tuscany, near Capalbio, designed by Nicki de Saint Phalle, who realised the twenty-two major arcana according to her personal vision and in her Nouveau réaliste style, creating enormous concrete structures covered with ceramic mosaics, glass and coloured mirrors, many of which are literally inhabitable; with the same dreamy approach and attracted by the enchantment of tarot cards, Giugni and Cantù Gentili chose to create large and thick cards in which the observer can not only lose himself noticing every detail, but also walk around them to scrutinise the divinatory and magical effect that transpires from them. The result is an enthralling journey through mystery, as well as an enthralling figuration by virtue of the choice not to detail the faces of the protagonists of the cards except in the part of the eyes that seem to scrutinise the observer and everything that revolves around them, as if attention to subtle energies were part of their very essence. The two colleagues and friends have collaborated on a project that bears the mark of both of them, even though the realising hand was that of Annamaria Giugni, because the intense but clear and luminous chromatic range, even in the less positive cards such as The Hanging and The Tower, belongs to Paolo Cantù Gentili’s stylistic signature. Together they have not only studied the fundamental aspects and the historical course of the tarot world but also the expressive and distinctive aspects of each card in order to maintain each one’s essential element while personalising it in its figurative characteristics. The symbols are fitted together in an apparently random way, yet at a second glance they are very refined, precise in every detail, underlining how much research there has been behind the creation of each tarot, because what Annamaria and Paolo principally wanted to maintain is the profound respect for a method that is as ancient as it is solemn, controversial of course, but undeniably magnetic for the human being who has always tended towards knowledge of the unknowable, towards the exploration of a future that continues to be beyond human grasp. In The Fool, for example, every detail is taken care of, and although the representation appears simplified with respect to the oldest and most classic cards, precisely because of the stylisation chosen and desired by the two artists, the characteristics that distinguish the character are all present, from the stick with the bundle that represents the experiences that man carries with him, to the dog that constitutes instinct, the only two links with the reality of an individual constantly wandering to find himself. The tarot project immediately met with the enthusiasm of those in the field of tarotology and in the publishing world, since the Il Meneghello bookshop in Milan decided to co-produce the printing of fifty copies of the deck of the twenty-two Major Arcana, thus presenting them as a true divination deck capable of instilling positivity in the fortune-teller and the reader thanks to the brightness and lively and amusing colour range that Giugni and Cantù Gentili were able to imprint. Let us now find out more about this fascinating journey directly from the two artists. Annamaria, you were actually the executing hand on the panels, how difficult was it to break away from your painting style, Abstractionism, and move towards a necessary figuration? And how long did it take you to study the essential elements you had to introduce into your stylised papers so as not to lose the essential details of each panel? Actually, it was not particularly difficult because I came to abstractionism after years of figurative works. However, even in those, I never sought simply to reproduce reality but to represent it, taking into consideration aspects that were particularly significant to me -marines, dry trunks, female faces- whose symbolic or allegorical meaning I sought to highlight. In the past, I had already painted some faces in blue, such as those of some Tarot characters such as The Bagatto, The Emperor, The Hanged Man. with hair that sometimes became sea waves. Therefore, with the Tarot I was able to take up the same mode of expression, even though in this case, the meanings were already fixed and it was necessary to give them a form. The greatest difficulty I encountered was in combining archetypal structures, proper to the human dimension, with an expressive form that could express my particular sensitivity. This required about six years of study of the various types of Tarot and the layers of meaning underlying them, in order to bring out the essential elements that I then represented in a personal way. Paolo, the study part in this project was essential, and probably fascinating, can you tell us any anecdotes or curiosities related to the world of Tarot? In the artworks emerges the chromatic range that characterises your abstract works and that contributed to give a positive and joyful aspect to the cards. Do you think this could be a distinguishing feature of your deck compared to the others? Thank you Marta for giving us the opportunity to explain our work. There are many curiosities or anecdotes in the long history of the Tarot and many books talk about them. I would like to recall a sentence by Niki De Saint Phalle, already quoted by you in the introduction, who said: ‘If life is a card game, we are born without knowing its rules’. The Tarot is an attempt to highlight aspects of life to which we do not pay due and necessary attention. The cards stimulate us to discover the fundamental things in our existence over and above the thousands of others that distract us, today more so than in the past. They distract us from Pascalian fun to bring us back to us, to our innermost nature. As far as with regard to the distinctive features of our deck, you’re right: the colours chosen evoke life and joy, there is nothing dark and dreadful in the symbols. The collective imagination has built fear, superstition, terror on the Tarot as inescapable signs of sad fates. Of course there is also attention to the negative, to difficulties, but always with the profound desire to go beyond and overcome obstacles. The message of the Tarot is positive: the last card is The World which represents life lived in its fulfilment combined with the recognition of the Universe to which all beings belong. Our Tarot cards do not speak, they have no mouths because it is we who interpret the very rich symbols on the cards through our personal sensitivity, experience and depth in a perspective linked to the situation of that precise and specific moment. They suggest our unconscious that tries to give them a voice or, as Jung claimed, the archetypes present in the cards express the collective unconscious of humanity. Annamaria, the official presentation of the cards took place on 16 September 2020 at the Libreria Bocca in Milan, what were your emotions on that day and what was the public’s response to the fascinating project you presented? That day I felt a great emotion because for the first time I had the opportunity to speak publicly about what, until then, had remained in the dimension of a project and personal research. The responses of the people who gradually came to know about our project varied from curiosity to astonishment, from wonder to surprise. However, both those who already knew the Tarot and those who did not yet know them felt captivated by the images, by their size, their magnetic gaze and their intense colours. Particularly gratifying was the appreciation of one of the greatest Tarot scholars, Professor Giovanni Pelosini, who honoured us with his presence at the opening of the exhibition at the Museum of Arms in Gardone Val Trompia. Paolo, you are a philosopher and also a Tarot scholar. How are a discipline as mental and rational as philosophy close and how are they different from one as completely uncontrollable and illogical as divination, where control seems to be entrusted to chance? The Tarot is a philosophical machine, a definition upheld by Ouspensky, because it offers a graphic tool to explain complex ideas that can only be expressed in words, like the function of myths in Plato are a mental tool that trains our mind’s combinatory capacity through bold associations, accustoms it to questioning new and profound concepts, to meditating on symbols. Even Kant admitted that, in addition to the calculating intellect, there was also a reason that went beyond the limits of sensible experience and this drive to go beyond sensible data was a fundamental part of human nature. In this there was no scientific certainty but a kind of intuitive knowledge that could not apparently be demonstrated. The dramas, the problems, the worries, the hopes, the illusion of being able to determine the course of events are part of human nature. The Tarot is part of one of the many attempts, perhaps one of the best, to understand our psyche, the lesser known side of ourselves, the shadow that eludes us, the meaning of our being thrown into the world. This question is for both of you: can you tell our readers how the project has evolved since the first presentation two years ago and what are the next steps you will take to promote your magical and fascinating artistic idea? A: After the public presentation at Libreria Bocca in Milan on 16 September 2020 as part of the TAVOLI HEART column, Simona HeArt, who edited the column, put us in touch with Cristina Dorsini’s bookshop Il Meneghello; it was at the latter that the deck was presented on 14 November 2021 with an exhibition of some cards – 90×180 cm panels – in the presence of art critic Massimiliano Bisazza. From 8 July to 31 August 2022, an exhibition was held at the Arms and Weapons Museum in Gardone Val Trompia. On that occasion, the card deck of the 22 Major Arcana, printed in 50 copies, was also presented in collaboration with Cristina Dorsini of Il Meneghello bookshop. One of these decks is now in the International Tarot Museum in Bologna. From mid-October 2022, our Tarot decks will be on display at Palazzo Dandolo in Adro, Brescia; an exhibition is also planned for the end of June 2023 at the Teatro Grande in Brescia on the occasion of the dance recital that the Arabesque School of Rovato organises every year and which will have the Tarot as its theme. P: Many. Annamaria has already listed some of them. I think that, from now on, we must accompany our creature in the world, try to make it known, appreciate or criticise it doesn’t matter, but make the public aware of its existence until it can support itself without our help and be part of the things of the world.