Le interviste di Marta Lock: Gheorghita Ouatu, il concetto che trasforma il punto di vista sulla realtà

di Marta Lock
Gheorghita Ouatu
Gheorghita Ouatu
Il suo carattere aperto ma anche meditativo l’ha sempre indotta a misurarsi con un tipo di arte che potesse in qualche modo aiutarla a scoprire il mistero che si nasconde dietro gli oggetti o, al contrario, di usare gli oggetti per avvolgere di fascino enigmatico quello che può apparire come un elemento inutile, inanimato e che attraverso la sua lente riesce a suscitare nell’osservatore domande funzionali a guardarsi dentro aprendosi all’immagine davanti a sé. Nata nella cittadina turistica di Tulcea, a sud-est della Romania, la Ouatu avverte e segue fin da bambina la sua forte inclinazione artistica disegnando su qualsiasi supporto, perché il desiderio di creare dal nulla era incontenibile al punto di indurla, una volta diventata adulta, ad approcciare diverse forme artistiche. La sperimentazione diviene dunque il suo obiettivo principale mentre il suo talento rappresentativo si affina consentendole di oltrepassare il visibile, che comunque permane e costituisce parte essenziale delle sue opere, per spingersi verso il significato, o l’assenza di esso oppure ancora la voce sottile che emerge da un’attenta osservazione di ciò che desidera rendere protagonista di una delle sue tele; spazia dall’Iperrealismo al Materico, dal Surrealismo alla Metafisica senza mai tralasciare quel legame con il senso nascosto che ha bisogno di inserire all’interno di ogni opera. Ciò che emerge dai suoi lavori è che la realtà che circonda l’individuo sia piena di una vita propria di cui l’individuo stesso non si rende conto, non fino al momento in cui qualcuno, in questo caso lei, non pone in evidenza un dettaglio che può modificare l’aspetto di tutto ciò che è intorno così come l’apparenza inanimata di un oggetto o di un particolare specifico può modificarsi assecondandosi alle sensazioni e alle emozioni dell’artista. Guarda, ascolta, intuisce e poi interiorizza impregnando le cose di un senso profondo, dando loro la rilevanza che abitualmente non hanno e rendendole portatrici di un messaggio che solo soffermandosi su di esse è possibile intuire. Per la Ouatu dipingere è come respirare, non potrebbe concepire la sua vita senza lasciarsi trasportare dall’impulso creativo che in lei genera equilibrio, calma, introspezione grazie a cui riesce a dialogare con il mondo circostante e poi a renderlo specchio di ciò che desidera arrivi all’osservatore. Nell’opera Essenziale
essenziale 100x80 acrilico su tela gheorghita ouatu
 Essenziale
emerge tutto l’enigma della parete di un appartamento in cui gli unici due dettagli visibili sono l’interruttore della luce, una cornice vuota e l’ombra che filtra da una finestra che la Ouatu colloca al di fuori del campo visivo; l’assenza di tutto ciò che ci si aspetta contribuisce a infondere un senso di solitudine, di silenzio, quasi come se in quella cornice vuota si proiettasse il nulla in cui spesso vive l’uomo contemporaneo anche quando tende a riempirsi di oggetti. Ciò che suggerisce l’artista è di entrare in una nuova dimensione in cui il superfluo non debba più essere considerato necessario e dove il poco non generi un senso di vuoto bensì sia uno stimolo a riempirsi di altro, di emozioni, di sentimenti, di semplicità che sono poi gli unici a permettere di avvicinarsi alla felicità. In Pesciolino rosso
pesciolino rosso 60x30 acrilico su tela gheorghita ouatu
Pesciolino rosso
protagonista è di fatto l’ampolla poiché del pesce citato nel titolo si vedono solo gli schizzi che ha generato sull’acqua, di lui non vi è traccia né dentro né fuori dal vaso e così all’immaginazione dell’osservatore è lasciata la scelta di attribuire quegli schizzi a una fuga o a un ritorno; in questa tela Gheorghita Ouatu gioca con la metafora dell’uomo contemporaneo che da un lato si sente rassicurato da confini definiti ma al contempo quelle sicurezze possono trasformarsi in una gabbia di cui desidera liberarsi, e così induce il fruitore a domandarsi quale sia la propria sensazione, quale sia l’interpretazione che il suo istinto dà all’opera. Lo stile pittorico Iperrealista si mescola così alla Metafisica, accentuando il sottile mistero attraverso l’uso del nero che circonda l’ampolla mettendola proprio per questo in primo piano. Andiamo ora ad approfondire la conoscenza di questa interessante artista attraverso l’intervista di oggi. Gheorghita, lei ha origini rumene ma ormai da anni abita in Italia; quali sono le differenze tra i due paesi e quanto è stato difficile affermarsi nel panorama artistico italiano? Ha incontrato difficoltà e resistenze oppure la sua arte è stata la voce universale che le ha permesso di essere notata e scoperta dagli addetti ai lavori? Sono ormai dal 2004 in Italia la considero la mia seconda patria, del resto ho sempre ritenuto l’Italia la madre dell’arte. Non ho incontrato alcuna difficoltà nell’ inserirmi nel panorama artistico italiano, certo, l’arte è un linguaggio universale e sicuramente di fronte ad un’opera d’arte non esistono barriere culturali che ne possano impedire la sua diffusione e comprensione. Ovviamente anche nel mondo dell’arte ci sono “scorciatoie” per farsi notare dagli addetti ai lavori, preferisco il mio percorso artistico sia forse più lungo ma sicuramente autentico e solido.
colpo d occhio 60x30 acrilico su tela gheorghita ouatu 1
Colpo d’occhio
Fin da bambina ha deciso di voler essere un’artista ed è riuscita a realizzare il suo sogno; ha seguito studi specifici per incrementare la sua dote naturale? Quanto è importante approfondire la conoscenza delle tecniche pittoriche per trovare lo stile più affine a ciascun creativo? Direi che sto provando a realizzare il mio sogno artistico, a oggi non posso che essere contenta di quanto fatto finora, posso già vantare nel mio curriculum molte mostre italiane e internazionali, ovviamente ritengo che il percorso di un’artista sia lungo ma sono più che felice di quanto ho ottenuto fino a questo punto della mia carriera. Sono una pittrice autodidatta, sin da bambina dipingevo su qualsiasi superficie e con colori improvvisati. Certamente lo studio delle tecniche pittoriche è importante ma il talento e la capacità di trasmettere emozioni attraverso un’opera d’arte sono doni innati che prescindono da tutto. Non ho avuto maestri che in particolare sono stati fonte di ispirazione ma sono continuamente alla ricerca di stimoli creativi che mi pervengono dal mondo che mi circonda. Andiamo ora ad approfondire meglio il suo linguaggio pittorico. Crede sia importante ascoltare le energie sottili per riuscire a svelare o a sussurrare i misteri che si nascondono dietro le cose che tanto cari erano a Giorgio De Chirico? Qual è lo stimolo riflessivo che vorrebbe lasciare all’osservatore delle sue tele? Potrà sembrare strano ma il mio stile pittorico è in continua evoluzione. Per quanto mi riguarda lo stimolo che vorrei lasciare all’osservatore al cospetto delle mie opere è la curiosità verso le varie sfaccettature della vita. La mia più grande soddisfazione, capitatami tra l’altro in una delle mie ultime mostre è stata vedere una giovane ragazza commuoversi e piangere guardando i miei dipinti, dicendomi che in ogni opera ha ritrovato una parte quasi dimenticata di se stessa, posso dire con orgoglio che per me è stata un’emozione e una soddisfazione impareggiabile. Oppure in un’altra occasione una bambina mi ha lasciato un messaggio: “Da grande voglio essere brava come te”. Questo secondo me è lo scambio di emozioni che dà pieno senso all’arte in ogni sua espressione.
la pace 80x60 acrilico su tela gheorghita ouatu
La pace
Metafisica, Surrealismo, Materico, Concettuale, si è misurata con molti stili che attualmente mescola per dar vita a una sua cifra stilistica molto personale. Quali sono i maestri del passato che l’hanno ispirata o a cui si sente più vicina? Mi piace da sempre misurarmi con i vari stili che, più per convenzione, distinguono l’arte pittorica. Non ho grandi artisti da cui ho tratto ispirazione anche se non posso escludere che ciò possa essere avvenuto in modo inconscio. In virtù della presenza delle forme sferiche in molte mie ha indotto molti ad avvicinarmi a René Magritte, cosa che mi ha sicuramente onorata e lusingata pur rimanendo una semplice casualità.
struggente malinconia 90x60 acrilico su tela foglio di carta gheorghita ouatu
Struggente malinconia
Ha al suo attivo la partecipazione a molte mostre collettive e personali sul territorio italiano e internazionale, quali sono i suoi prossimi progetti? I miei progetti futuri riguardano la possibilità di fare mostre personali in Italia e all’estero dove vorrei portare soltanto emozioni uniche ed indimenticabili a chi si troverà al cospetto delle mie opere. GHEORGHITA OUATU-CONTATTI Email: artegheorghita10@gmail.com Facebook: https://www.facebook.com/ouatu.gina Instagram: https://www.instagram.com/gheorghita.ouatu/

Marta Lock’s interviews:

Gheorghita Ouatu, the concept that transforms the point of view on reality

Her open but also meditative nature has always led her to measure herself with a type of art that could in some way help her to discover the mystery hidden behind objects or, on the contrary, to use objects to envelop with enigmatic charm what may appear to be a useless, inanimate element and that through its lens succeeds in arousing in the observer questions that are functional to look inside himself, opening up to the image before him. Born in the tourist town of Tulcea, in the south-east of Romania, Ouatu sensed and followed her strong artistic inclination from an early age, drawing on any medium, because the desire to create from nothing was irrepressible to the point of leading her, once she became an adult, to approach different artistic forms. Experimentation thus becomes her main objective while her representational talent is refined, allowing her to go beyond the visible, which nevertheless remains and constitutes an essential part of her artworks, to push towards the meaning, or the absence of it, or even the subtle voice that emerges from a careful observation of what she wants to make the protagonist of one of her canvases; she ranges from Hyperrealism to Materialism, from Surrealism to Metaphysics without ever neglecting that link with the hidden meaning that she needs to include in each work. What emerges from her paintings is that the reality that surrounds the individual is full of a life of its own that the individual himself is not aware of, not until someone, in this case her, highlights a detail that can change the appearance of everything around, just as the inanimate appearance of an object or a specific detail can change in accordance with the artist’s feelings and emotions. She looks, listens, intuits and then internalises, imbuing things with a profound meaning, giving them the relevance they do not usually have and making them bearers of a message that only by dwelling on them is it possible to perceive. For Ouatu, painting is like breathing; she could not conceive of her life without allowing herself to be carried away by the creative impulse that generates balance, calm, introspection in her, thanks to which she is able to converse with the world around her and then make it a mirror of what she wants to reach the observer. In the artwork Essential, emerges all the enigma of the wall of a flat in which the only two visible details are the light switch, an empty frame and the shadow filtering through a window that Ouatu places outside the field of vision; the absence of everything expected contributes to instilling a sense of solitude, of silence, almost as if in that empty frame is projected the nothingness in which contemporary man often lives even when he tends to fill himself with objects. What the artist is suggesting is to enter a new dimension where the superfluous is no longer considered necessary and where the little does not generate a sense of emptiness but is a stimulus to fill oneself with something else, with emotions, feelings, simplicity, which are then the only ones that allow one to approach happiness. In Little red fish, the protagonist is in fact the ampoule, since all that can be seen of the fish mentioned in the title are the splashes it has generated on the water; there is no trace of it either inside or outside the vase, and so it is left to the observer’s imagination to decide whether to attribute those splashes to an escape or a return; in this canvas, Gheorghita Ouatu plays with the metaphor of contemporary man who, on the one hand, feels reassured by defined boundaries, but at the same time, those certainties can turn into a cage from which he wishes to free himself, and thus induces the viewer to wonder what his own feeling is, what interpretation his instincts give to the work. The Hyperrealist pictorial style is thus mixed with Metaphysics, accentuating the subtle mystery through the use of black that surrounds the ampoule, placing it in the foreground. Let us now get to know this interesting artist better through today’s interview. Gheorghita, you are of Romanian origin but have lived in Italy for years; what are the differences between the two countries and how difficult was it to establish yourself on the Italian art scene? Did you encounter difficulties and resistance or was your art the universal voice that allowed you to be noticed and discovered by the art world? I have been in Italy since 2004 and I consider it my second homeland, after all I have always considered Italy the mother of art. I have not encountered any difficulty in entering the Italian art scene, of course, art is a universal language and certainly in front of a work of art there are no cultural barriers that can prevent its spread and understanding. Obviously also in the world of art there are “shortcuts” to get noticed by the experts, but I prefer my artistic path is perhaps longer but certainly authentic and solid. Since childhood, you decided you wanted to be an artist and were able to realise your dream; did you follow specific studies to enhance your natural talent? How important is it to deepen one’s knowledge of painting techniques in order to find the style best suited to each creative person? I would say that I am trying to realize my artistic dream, to date I can only be happy with what I have done so far, I can already boast in my curriculum many Italian and international exhibitions, obviously I believe that the path of an artist is long but I am more how happy with what I have achieved up to this point in my career. I am a self-taught painter, since I was a child I painted on any surface and with improvised colors. Certainly the study of painting techniques is important but the talent and the ability to convey emotions through a work of art are innate gifts that go beyond everything. I have not had teachers who in particular have been a source of inspiration but I am constantly looking for creative stimuli that come to me from the world around me. Let us now take a closer look at your pictorial language. Do you believe it is important to listen to subtle energies in order to unveil or whisper the mysteries that lie behind the things that were so dear to Giorgio De Chirico? What is the reflective stimulus that you would like to leave the observer of your canvases with? It may seem strange but my painting style is constantly evolving. As for me, the stimulus that I would like to leave to the observer in the presence of my works is the curiosity towards the various facets of life. My greatest satisfaction, which happened to me in one of my last exhibitions, was seeing a young girl get moved and cry looking at my paintings, telling me that in each work she has found an almost forgotten part of herself, I can proudly say which for me was an emotion and an incomparable satisfaction. Or on another occasion a little girl left me a message: “When I grow up I want to be as good as you”. In my opinion, this is the exchange of emotions that gives full meaning to art in all its expressions. Metaphysics, Surrealism, Materialism, Conceptualism, you have measured yourself with many styles that you curren mixes to give life to your very own stylistic signature. Which masters of the past have inspired you or to whom do you feel closest? I have always liked to measure myself with the various styles that, more by convention, distinguish pictorial art. I don’t have great artists from whom I drew inspiration even if I cannot exclude that this may have happened in an unconscious way. By virtue of the presence of spherical shapes in many of my paintings, it has led many to approach me to René Magritte, which certainly honored and flattered me while remaining a mere randomness. You have participated in many group and solo exhibitions in Italy and abroad, what are your next projects? My future projects concern the possibility of doing personal exhibitions in Italy and abroad where I would like to bring only unique and unforgettable emotions to those who will find themselves in the presence of my works.