Le interviste di Marta Lock: Zoja Sperstad, la ricerca dell’armonia e dell’equilibrio per sognare un mondo migliore

di Marta Lock
Zoja Sperstad
Zoja Sperstad Sognatrice, solare e dinamica, Zoja Sperstad nel corso della sua vita ha sempre seguito il suo istinto, quello che l’ha condotta più di venti anni fa a lasciare il suo paese di origine, la Russia, per ampliare le sue conoscenze e la sua professionalità nelle principali città europee; ha infatti approfondito i suoi studi in ambito artistico a Londra, Bruxelles, Barcellona, Atene, oltre a Mosca e San Pietroburgo, e infine a Olso, città che l’ha affascinata al punto di indurla a scegliere di costruirsi una nuova vita in Norvegia. L’incanto della vivacità della capitale e delle cittadine principali si contrappone alla tranquillità delle zone di montagna, fatte di ritmi lenti e di contatto immersivo con la natura incontaminata il cui silenzio è interrotto solo dallo scorrere dei fiumi e delle cascate. Questo tipo di paesaggio costantemente sotto il suo sguardo, la mobilità delle acque, hanno incrementato il suo approccio meditativo ma anche sognante nei confronti della realtà e delle possibilità che si aprono costantemente nella vita di ognuno, e hanno al contempo contribuito a dar vita al suo stile pittorico inconfondibile in cui il Naturalismo paesaggista si mescola all’Espressionismo nel momento in cui descrive l’essere umano, di cui riesce a far emergere sempre il lato positivo, la luce più intensa, quella sottile magia che avvolge la vita seppure la maggior parte delle persone ne sia inconsapevole. L’osservazione e l’ascolto sono i punti focali dell’approccio pittorico di Zoja Sperstad, perché è solo dopo aver percepito ciò che fuoriesce in modo inconscio da chi sceglie di ritrarre, che può lasciar fuoriuscire quella luce, quell’alone energetico che ha colpito la sua attenzione; dunque la figura umana è collocata all’interno di sfondi irreali che appaiono come la propagazione dell’interiorità, dell’emotività che non può fare a meno di manifestarsi, di allargarsi fino a raggiungere il confine naturale della tela. La donna è protagonista in quanto amplificatore e principale canale comunicativo di tutto ciò che appartiene all’interiorità, alle profondità di cui spesso l’uomo è inconsapevole e dunque la figura femminile è centrale per costituire una guida, un mezzo per prendere consapevolezza di tutto ciò che è parte essenziale della vita, quell’amore e quella morbidezza troppo spesso tenuti a distanza o soppressi dal mondo maschile. È solo attraverso l’armonia, la bellezza interiore e l’amore che tutto può essere trasformato, che le ostilità e la competizione potranno essere dissolte in nome di un ideale più alto, quello della ricerca dell’equilibrio e del benessere che si generano dall’accettazione delle proprie fragilità che possono trasformarsi in forza. La centralità femminea si svela nella tela Adamo ed Eva
Adamo ed Eva Zoja Sperstad 1
Adamo ed Eva
in cui la donna protende verso la mela che causerà la caduta mentre l’uomo appare distratto o contrariato dal desiderio di Eva di cedere alla tentazione che, nella rappresentazione della Sperstad, è costituita dalla propria stessa essenza; in questo dipinto l’artista ammette la debolezza, la tendenza verso l’errore, che appartiene alla natura umana e che può anche provocare conseguenze irreparabili eppure a volte non è possibile sottrarvisi perché lo sbaglio è un preludio alla conoscenza, a una maggiore consapevolezza di ciò che senza quella caduta non si sarebbe appreso. Per quanto riguarda invece i paesaggi non può non emergere nelle tele la medesima luce chiara e intensa della Norvegia,
Norvegia 2005 Zoja Sperstad 2
Norvegia 2005
il verde vivace, l’azzurro dei laghi che disseminano letteralmente la nazione, e le montagne che sembrano terminare proprio in quelle acque calme; in queste opere il tocco pittorico tende verso il Romanticismo lasciando spazio totale alla natura ed escludendo quasi completamente la figura umana, come se la suggestione di ciò su cui si posa il suo sguardo debba essere unica protagonista dell’emozione che si propaga dall’opera per raggiungere l’osservatore. Andiamo ora a conoscere più approfonditamente questa dinamica e sognatrice artista. Zoja tu hai vissuto una vita di apprendimento e di perfezionamento del tuo stile artistico, arricchendolo di colori, sensazioni e inclusività acquisite durante i tuoi spostamenti grazie ai quali hai vissuto in nazioni completamente diverse per cultura e tradizioni. Qual è il paese che ti ha lasciato maggiore ricchezza e quale invece quello che ti ha fatto sentire a casa? In quale modo tutta questa diversità ha inciso e definito il tuo stile pittorico? Come artista, mi sento responsabile delle mie azioni davanti all’intera storia dell’arte sulla terra verso la comunità mondiale e quindi sento di appartenere all’universo con la magia dell’eternità, che mi ispira a conoscere l’intera storia del mondo e lo sviluppo filosofico della vita, che si riflette nella migliore arte, dagli anni Quaranta ai giorni nostri. Ho la fortuna di essere cresciuta e di aver avuto la mia prima conoscenza con il mondo in Russia con la cultura cristiana ortodossa al centro delle relazioni tra persone di diverse nazionalità e un approccio aperto nei confronti dell’amicizia, dell’amore, della carità e della cura delle persone. Grazie a queste basi culturali riesco a sentirmi a casa in tutto il mondo e nel mio cuore c’è amore per tutto ciò che è bello e armonico. Ho iniziato a lavorare con i colori fin dall’infanzia e la tecnica si è evoluta con il tempo fino a raggiungere quella attuale che mantengo da sempre, ed è la stessa con la quale ho dipinto manifesti scolastici e giornali per il liceo in Russia, dove ho studiato e ottenuto la mia prima educazione.
COPERTINA ARTICOLO Harmony 2022 50x70 oil acrylic Zoja Sperstad 3
Harmony
Quali sono le tematiche principali che desideri fuoriescano dalle tue opere? Quanto è importante bilanciare l’essenza dell’individuo con l’estetica senza che quest’ultima diventi un limite all’approfondimento? Durante il mio percorso pittorico, fin dall’infanzia ho capito di dover guardare dentro me stessa. Descrivo i miei pensieri e le mie esperienze con quella che chiamo l’espressione della libertà nell’arte. Prendo la mia opera Paradise come punto di partenza per la mia riflessione. Racconto la storia attorno all’immagine e la mia esperienza di pittura attraverso il mio cammino di vita. In questo modo il presente si lega con il passato e guarda al futuro. La sequenza dell’opera è legata a tutto ciò che ruota intorno all’espressione della libertà nell’arte. Illumino la mia pittura con elementi biografici, artistici e storici. I colori sono mescolati per dare una sensazione naturale di riconoscimento dei sentimenti reali, cercando la connessione tra etica ed estetica che si propaga dall’artista per raggiungere l’osservatore. Il tentativo di spiegare cosa questo comporta costituisce il nucleo teorico della mia ricerca sul compito dell’artista. Cinque concetti sono centrali: l’espressione della libertà, il requisito etico, il requisito estetico, il mezzo aureo per camminare nella vita, il rapporto aureo, come matematica importante sia nell’arte che nella filosofia della vita. Costituiscono la base per una connessione tra artista e spettatore che libera un flusso di libertà e contribuisce alla bellezza come caratteristica dell’umanesimo. In questo movimento di libertà vedo la mano di Dio.
Felice Zoja Sperstad 3
Felice
Il tema della donna è centrale nelle tue opere, ci puoi raccontare cosa rappresenta per te la figura femminile e l’importanza che riveste ai fini del raggiungimento di quell’equilibrio e quell’armonia che sono fondamentali nella tua pittura? Il tema femminile è centrale, diciamo che vivo la mia vita con cura e attenzione per i sentimenti, poiché lo scopo più profondo dell’arte visiva femminile è mettere lo spettatore in un flusso di libertà. Mi sento sempre allo stesso tempo, come Eva, la prima donna della storia dell’umanità, e una normale madre, figlia, moglie. Inoltre, ho cominciato a sentirmi come Madre Terra stessa. L’opera d’arte deve essere un’espressione di libertà, un’espressione di libertà, che presuppone che l’artista veda la bellezza esistente e sia in grado di esprimerla sulla tela. Non significa necessariamente che l’opera sia percepita come bella, può significare che lo spettatore è invitato a un processo di riconciliazione, a volte persino doloroso, da cui la persona interessata può uscire liberata o perdonata. In quanto espressione di libertà, l’opera d’arte instaura con lo spettatore un rapporto che possiamo intendere come un’esigenza bilaterale: lo spettatore è puro spettatore, ascoltando dunque il messaggio etico mentre l’artista è colui che agisce inserendo significati. Il risultato stimola l’osservatore a congiungersi a quel movimento di liberazione delle emozioni e trovare un modo per uscire dalle sensazioni limitanti. Questa esigenza è soddisfatta dall’opera attraverso la sua armonia per la quale già gli antichi greci cercavano un’espressione matematica attraverso la sezione aurea, il rettangolo aureo, la spirale aurea. Grazie a questa congiunzione è possibile raggiungere la consapevolezza che l’arte è un movimento estetico liberatorio, poiché la bellezza, intesa nel senso più ampio e alto, può convincerci che siamo un dono divino del Signore nostro Dio. Nella mia tesi di laurea ho mostrato che l’esigenza estetica univa la via di mezzo di Aristotele con l’esigenza etica di Løgstrup attraverso la sezione aurea di Euclide. Significa che l’intero equilibrio dell’universo dipende dagli atteggiamenti interpersonali l’uno verso l’altro.
Una donna transmette Zoja Sperstad 2
Una donna trasmette
Le tue opere paesaggistiche si avvicinano al Romanticismo inglese, anche se escludi l’impetuosità della natura e tendi più verso la contemplazione, mentre quelle in cui inserisci la figura umana sono più espressioniste. Quali sono i maestri del passato a cui ti ispiri? Quali senti più affini al tuo stile? Fin dall’infanzia ho elaborato un mio stile personale poiché non avevo ancora studiato storia dell’arte perciò in realtà non c’è stato un artista del passato che ha influenzato il mio lavoro. Amavo le immagini delle fiabe per bambini con le immagini, tuttavia non sono legata neanche a quel tipo di rappresentazione. Le mie linee sono simili a quelle di Edvard Munch, e sono le stesse che si vedono nel cielo severo e al tempo stesso luminoso della Norvegia, anche se di fatto non conoscevo ancora il maestro dell’Espressionismo; le stesse linee energetiche le ho osservate anche nel nord della Russia. Sei una persona molto dinamica, sempre alla ricerca di nuove esperienze e di una crescita professionale, quali sono i tuoi prossimi progetti? Dove ti porterà la tua arte? Il mio progetto di vita artistica è infinito per esplorare il nuovo mondo dell’arte sempre più in profondità con la comprensione delle culture e dei loro problemi. Il mio obiettivo è servire per sempre gli equilibri armoniosi del mondo nella storia dell’arte. Dal punto di vista più pratico invece sono in partenza per il Qatar poiché sono stata selezionata per l’edizione di quest’anno del Qatar International Art Festival, che avrà luogo dal 25 al 30 settembre, mentre a febbraio 2023 sarò presente a un evento d’arte collaterale al Festival di Sanremo di cui avrò notizie più dettagliate nei prossimi mesi. ZOJA SPERSTAD-CONTATTI Email: zojasperstad@live.no Facebook: https://www.facebook.com/zoja.sperstad Instagram: https://www.instagram.com/zojasperstad/

Marta Lock’s interviews: Zoja Sperstad, the search for harmony and balance to dream of a better world

Dreamy, sunny and dynamic, Zoja Sperstad has always followed her instincts throughout her life, the instincts that led her to leave her home country of Russia more than twenty years ago to broaden her knowledge and professionalism in the major European cities. She deepened her artistic studies in London, Brussels, Barcelona and Athens, as well as in Moscow and St. Petersburg, and finally in Olso, a city that fascinated her to the point that she chose to build a new life in Norway. The enchantment of the liveliness of the capital and the main towns contrasts with the tranquillity of the mountain areas, made up of slow rhythms and immersive contact with unspoilt nature whose silence is only interrupted by the flowing of rivers and waterfalls. This type of landscape constantly under her gaze, the mobility of the waters, have increased her meditative but also dreamy approach to reality and the possibilities that are constantly opening up in one’s life, and have at the same time contributed to her unmistakable painting style in which landscape Naturalism mixes with Expressionism when she describes human beings, of which she always manages to bring out the positive side, the most intense light, that subtle magic that envelops life even if most people are unaware of it. Observation and listening are the focal points of Zoja Sperstad’s pictorial approach, because it is only after having perceived what unconsciously leaks out of the person she chooses to portray, that she can let out that light, that halo of energy that has caught her attention; thus the human figure is placed within unreal backgrounds that appear as the propagation of interiority, of the emotionality that cannot help but manifest itself, to expand until it reaches the natural boundary of the canvas. The woman is the protagonist as amplifier and main communicative channel of all that belongs to the interiority, to the depths of which man is often unaware, and therefore the female figure is central in constituting a guide, a means of becoming aware of all that is an essential part of life, that love and softness too often kept at a distance or suppressed by the male world. It is only through harmony, inner beauty and love that everything can be transformed, that hostilities and competition can be dissolved in the name of a higher ideal, that of the search for balance and well-being generated by the acceptance of one’s own frailties that can be transformed into strength. Feminine centrality is revealed in the painting Adam and Eve in which the woman reaches for the apple that will cause the fall while the man appears distracted or annoyed by Eve’s desire to give in to the temptation that, in Sperstad’s representation, is her own essence; in this painting, the artist admits the weakness, the tendency towards error, that belongs to human nature and that can also cause irreparable consequences, yet sometimes it is not possible to escape it because the mistake is a prelude to knowledge, to a greater awareness of what one would not have learned without that fall. On the other hand, as far as the landscapes are concerned, the same clear and intense light of Norway cannot fail to emerge in the canvases, the lively green, the blue of the lakes that literally scatter the nation, and the mountains that seem to end in those calm waters; in these artworks, the pictorial touch tends towards Romanticism, leaving total space for nature and almost completely excluding the human figure, as if the suggestion of what her gaze rests on should be the sole protagonist of the emotion that spreads from the artwork to reach the observer. Let us now get to know this dynamic and dreamy artist in more detail. Zoja, you have lived a life of learning and perfecting your artistic style, enriching it with colours, sensations and inclusiveness acquired during your travels, thanks to which you have lived in nations that are completely different in terms of culture and traditions. Which country has left you with the greatest richness and which one has made you feel at home? How has all this diversity affected and defined your painting style? As an artist, I feel responsible for my actions in front of the entire history of art on earth towards the world community and therefore I feel that I belong to the universe with the magic of eternity, which inspires me to get to know the entire history of the world and the philosophical development of life, which is reflected in the best art, from the 1940s to the present day. I am fortunate to have grown up and had my first acquaintance with the world in Russia with Orthodox Christian culture at the centre of relations between people of different nationalities and an open approach to friendship, love, charity and caring for people. Thanks to this cultural basis, I can feel at home all over the world and in my heart there is a love for all that is beautiful and harmonious. I started working with colours as a child and the technique evolved over time to the current one I have always maintained, and it is the same one I used to paint school posters and newspapers for high school in Russia, where I studied and obtained my first education. What are the main themes you want to come out of your works? How important is it to balance the essence of the individual with the aesthetics without the latter becoming a limitation to deepening? During my painting career, I realised from childhood that I had to look inside myself. I describe my thoughts and experiences with what I call the expression of freedom in art. I take my artwork Paradise as a starting point for my reflection. I tell the story around the image and my experience of painting through my life journey. In this way, the present binds with the past and looks to the future. The sequence of the work is linked to everything that revolves around the expression of freedom in art. I illuminate my painting with biographical, artistic and historical elements. Colours are mixed to give a natural feeling of recognition of real feelings, seeking the connection between ethics and aesthetics that propagates from the artist to the viewer. The attempt to explain what this entails forms the theoretical core of my research into the artist’s task. Five concepts are central: the expression of freedom, the ethical requirement, the aesthetic requirement, the golden mean to walk through life, the golden ratio, as important mathematics in both art and the philosophy of life. They form the basis for a connection between artist and viewer that releases a flow of freedom and contributes to beauty as a characteristic of humanism. In this movement of freedom I see the hand of God. The theme of women is central to your works, can you tell us what the female figure represents for you and the importance it plays in achieving that balance and harmony that are fundamental to your painting? The female theme is central, let us say that I live my life with care and attention to feelings, because the deepest purpose of female visual art is to put the viewer in a flow of freedom. I always feel at the same time, like Eve, the first woman in human history, and a normal mother, daughter, wife. Also, I have begun to feel like Mother Earth herself. The work of art must be an expression of freedom which presupposes that the artist sees the beauty that exists and is able to express it in the canvas. It does not necessarily mean that the artwork is perceived as beautiful, it may mean that the viewer is invited to a process of reconciliation, sometimes even painful, from which the person concerned may emerge liberated or forgiven. As an expression of freedom, the artwork establishes a relationship with the viewer that we can understand as a bilateral requirement: the viewer is purely a spectator, thus listening to the ethical message, while the artist is the one who acts by inserting meanings. The result stimulates the viewer to join that movement of freeing emotions and finding a way out of the limiting sensations. This need is satisfied by the artwork through its harmony for which the ancient Greeks already sought a mathematical expression through the golden section, the golden rectangle, the golden spiral. Thanks to this conjunction, it is possible to achieve the realisation that art is a liberating aesthetic movement, since beauty, understood in the broadest and highest sense, can convince us that we are a divine gift from the Lord our God. In my thesis, I showed that the aesthetic requirement united Aristotle’s middle way with Løgstrup’s ethical requirement through Euclid’s golden section. It means that the entire balance of the universe depends on interpersonal attitudes towards each other. Your landscapes are close to English Romanticism, although you exclude the impetuousness of nature and tend more towards contemplation, whereas those in which you include the human figure are more expressionist. Which masters of the past do you draw inspiration from? Which ones do you feel are most akin to your style? From childhood I developed my own style as I had not yet studied art history so there was not really an artist from the past who influenced my work. I loved the images of children’s fairy tales, however I am not tied to that type of representation either. My lines are similar to those of Edvard Munch, and they are the same as those seen in the severe yet luminous skies of Norway, even though I did not yet know the master of Expressionism; the same energetic lines I also observed in northern Russia. You are a very dynamic person, always looking for new experiences and professional growth, what are your next projects? Where will your art take you? My artistic life project is endless to explore the new world of art ever deeper with the understanding of cultures and their problems. My goal is to forever serve the harmonious balance of the world in art history. From a more practical point of view, however, I am on my way to Qatar as I have been selected for this year’s Qatar International Art Festival, which will take place from 25 to 30 September, while in February 2023 I will be present at an art collateral event at the Sanremo Festival about which I will have more detailed news in the coming months.