Le interviste di Marta Lock: Piero Campanini, l’alchimia degli incontri karmici nel suo romanzo Sotto la Neve Vapore

Piero Campanini
Piero Campanini

Da un lato la storia presenta il mordente del giallo perché di fatto le vicende narrate ruotano intorno a un incidente e al furto di un’opera d’arte di inestimabile valore, dall’altra però i toni si ammorbidiscono grazie alla presenza di una donna, Cloe, che diviene immediatamente il fulcro della vicenda, sia per il suo ruolo professionale, sia per il sottile legame, che nel corso della storia diviene via via più definito e chiaro, con l’uomo scomparso di cui si intravede fin da subito un destino infausto che non lascia molte speranze. Eppure Piero Campanini nel suo romanzo Sotto la Neve Vapore riesce a tenere il lettore sempre sul filo, sembra dargli certezze togliendogliele un attimo dopo, mescola sapientemente le carte per generare quella confusione che induce chi sfoglia le pagine del libro a restare attaccato con voracità alla narrazione per scoprire di più, per capire quale sia il mistero che avvolge il furto dell’opera, quali i personaggi coinvolti che da positivi si trasformano in negativi e viceversa. La vicenda è ambientata in Finlandia, per di più in pieno inverno, pertanto le atmosfere gelide, il ghiaccio e la neve si prestano a giustificare l’incidente d’auto a seguito del quale Karl, dipendente del museo Atheneum di Helsinki, scompare senza lasciare traccia se non i chiari segni di una caduta nel dirupo al bordo del quale l’auto si è miracolosamente fermata senza precipitare, e l’evidenza che il quadro preziosissimo che gli era stato affidato per essere portato senza intoppi in aeroporto da dove sarebbe partito per una mostra sugli artisti finlandesi a Milano, di fatto è sparito nel nulla, forse rubato da chi ha rapito o fatto sparire lo sfortunato Karl. Cloe, a sua volta collaboratrice del museo ma in forze alla Pinacoteca di Brera, si presenta al commissariato di Kuru, la cittadina più vicina al luogo dell’incidente, per collaborare alle indagini, vista la sua conoscenza di lunga data con l’uomo scomparso. Fin dall’inizio la trama però si intreccia in virtù di due storie che avanzano in parallelo, quella di Karl che racconta in prima persona al lettore le sensazioni e tutto ciò che sta vivendo a partire da dopo l’incidente, inconsapevole dell’accaduto e di dove si trovi, incapace a causa della caduta e delle numerose ferite di mettere a fuoco ciò che vede e che sente, e poi quella del tenente Allan Lehtinen e di Cloe Battisti, che uniscono le loro forze per risolvere il mistero che avvolge l’incidente di Karl, lei apparentemente interessata solo e unicamente a recuperare il prezioso dipinto che dovrà poi essere consegnato nelle mani del Direttore della Pinacoteca di Brera. Mentre la verità continua a sfuggire e, grazie all’intuito poliziesco di Allan, a lasciar emergere nuovi indizi e piccole prove utili ad avvicinarsi alla soluzione del caso, il mondo parallelo di Karl assume tinte sempre più fosche, incomprensibili, quasi soprannaturali, come se di fatto si trovasse in un posto dove la realtà si nasconde e si mescola all’immaginazione, a un luogo non luogo dove tutto è possibile ma al tempo stesso inspiegabile. Andando avanti nella lettura le pagine dedicate alle ricerche, alla vicinanza inevitabile tra Allan e Cloe, diventano sempre più preponderanti anche a causa dell’attrazione che i due cominciano a provare e che si trasforma poi in una romantica storia, mentre la condizione di Karl diviene più chiara inducendolo a capire di trovarsi in una sorta di purgatorio, una colonia dove le anime dei deceduti restano in attesa di poter dare un corso diverso al destino karmico che le coinvolge e di cui si dimenticano ogni volta che si incarnano in nuovi corpi provando a cambiare quei corsi e ricorsi da cui sembrano non riuscire a sottrarsi. Il romanzo è un affascinante viaggio all’interno del senso orientale della rinascita costante per trasformarsi in anime più evolute oppure di continuare a pagare il debito dell’anima fino a quando le cattive azioni non vengano espiate, ma è anche un romanzo d’amore, quello eterno, quello che perdona ma non dimentica e che trova sempre il modo per compiersi e per realizzarsi, inducendo il lettore alla fine della vicenda a riflettere sul concetto di eternità e di quanto tutto ciò che accade abbia un senso che spesso sfugge e che si può comprendere solo a posteriori o dopo un percorso di profonda introspezione. Andiamo ora a scoprire di più di Sotto la Neve Vapore insieme al suo autore, Piero Campanini.

Sotto la Neve Vapore
Sotto la Neve Vapore

Piero, lei ha scritto un romanzo affascinante, a tratti persino Fantasy ma che poi però induce a meditare su quanto possa essere invece reale il messaggio che lascia. Partiamo dalla domanda inevitabile: lei crede al karma? Ritiene che esistano persone che siamo destinati a incontrare in ogni vita in cui le nostre anime si materializzano?

Non ho avuto una educazione cattolica, dunque non posso dire di dar fede a qualcosa, provo solo a ragionare sulla questione vita e sulla possibilità ch’essa possa proseguire oltre l’esistenza fisica. Come a tutti la questione vita-morte mi coinvolge in prima persona e ritengo sia la più importante a cui ci dovremmo dedicare per provare a risolverla. È possibile che alcuni dei viaggi che ho fatto da giovane, soprattutto quelli in Oriente, e una certa letteratura mi abbiano influenzato. Tuttavia ritengo che oggi sia più un sentimento personale che stimola in me l’idea che l’anima posa essere persistente, e non solo perché mi dispiace pensare di non esistere più un giorno, ma perché la metempsicosi giustifica uno scopo credibile, ovvero di essere la chiave per evolvere ogni individuo. Ciò che chiamiamo reincarnazione mi sembra quindi una possibilità da non trascurare, come non è da trascurare che sia proprio la continuità tra cose e persone a dare un senso all’esistenza stessa. Una considerazione che dovrebbe portare ognuno a riflettere e agire al meglio delle proprie possibilità, in ogni  azione che compie e in ogni relazione che intrattiene.

La struttura del libro è quella di un giallo il cui mistero viene svelato solo nelle ultime pagine, sebbene appartenga a quel genere solo marginalmente; come ha avuto l’idea di far ruotare un tema tanto spirituale come quello della rinascita e degli incontri karmici, intorno a una vicenda tanto terrena come quella del furto di un’opera d’arte? Crede sia questo il modo migliore per indurre il lettore a riflettere su temi più profondi? Conducendocelo passo a passo e abbattendo le sue resistenze?

Ritengo che la vita sia paragonabile a un giallo, un mistero personale e molto difficile da risolvere. In letteratura i confini tra categorie quali gialli, thriller, romanzi e così via, sono un modo per distinguere l’enorme produzione libraria e aiutare il lettore perché scelga quel che desidera leggere. Lo stesso succede anche nei film, nella musica e nell’arte. Tuttavia quando si scrive spesso ciò che si ottiene varca i confini di queste discriminanti di genere, proprio come accade nella vita reale dove si è un giorno buoni e un altro cattivi, si ha ragione oppure torto, si è artefici di orrori inenarrabili oppure attori di elevatissimo valore morale. Un’unica persona può essere e fare ogni cosa e il suo contrario, senza per questo venire meno all’unità del proprio essere. Così avviene anche per il romanzo che altro non è che il resoconto di quanto succede alle persone nelle loro innumerevoli possibili interpretazioni.

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Parliamo ora di Cloe. Lei ha dato vita a un personaggio femminile di grande forza e spessore, pur facendo emergere la sua delicatezza e fragilità rassicurate e protette da Allan. Si è ispirato a una donna reale per tratteggiare la sua personalità oppure è una somma delle donne che ha incontrato nella sua vita? E chi rappresenta la bambina che si vede nella copertina del libro?

Riguardo a Cloe non mi sono ispirato a una donna reale piuttosto a una donna ideale, ancor meglio vorrei dire che mi sono ispirato a una persona. Perché Cloe è sì una donna ma nel racconto è anche una risorsa neutrale, incarna e giustifica gli eventi, trasforma l’amore in energia e adopera l’intelligenza per comprendere e spiegare a noi che la leggiamo ciò che accade. La bambina che desidera far nascere è ciò che scaturisce dal suo essere un polo esistenziale, mentre Allan è il suo equivalente opposto, l’antagonista nella narrazione. In lei emerge quel lato della persona che ambisce a vivere per crescere, che ha la volontà per tentare di evolversi, superarsi per andare oltre, persino andare oltre Allan. Perché Cloe è consapevole che tutto è possibile se si compie quanto il destino ha assegnato, ovvero per lei e Allan il perpetuare la vita.

Allan mostra da un lato la capacità di trovare soluzioni e di proteggere la verità e anche la donna che ama, dall’altro però l’inconsapevolezza tutta maschile di non trovare il modo di oltrepassare la soglia del conosciuto per spingersi nel mondo del possibilismo senza l’aiuto della donna. Perché ha scelto proprio un uomo apparentemente rude e coriaceo per essere il co-protagonista del destino dei due innamorati? Quanto è importante il ruolo di Allan nella storia?

La figura di Allan è fondamentale nel racconto per quanto spiegato nella precedente risposta, ma se dovessi usare una simbologia per significare entrambi i personaggi, direi che il primo, ovvero Cloe, rappresenta l’anima mentre il secondo, Allan, è la materia. Come avviene nella vita dove sempre abbiamo bisogno dell’altro, anche qui Cloe e Allan hanno bisogno l’una dell’altro. Su di un livello narrativo più semplice la concretezza maschile di Allan corrisponde alla sensibilità di Cloe, è il motivo perché assieme compongono quanto è necessario affinché si svolga l’imperscrutabile progetto che l’universo gli ha riservato.

Il finale è aperto, si può intuire tutto ciò che potrà accadere ma il lettore non saprà se in quella nuova opportunità i due amanti saranno in grado di saldare il debito karmico; ha in mente di scrivere un secondo episodio?  

Avendo parlato di continuità dell’esistenza e della possibilità che si possa tornare a rivivere per interpretare nuovi ruoli al fine di progredire, il finale del racconto non poteva che restare aperto. Per quanto riguarda la possibilità di un proseguo non nego di averci pensato. Dare una seconda vita a Cloe e Allan? Forse loro lo vorrebbero.


SOTTO LA NEVE VAPORE

Editore: ‎CreateSpace Independent Publishing Platform (6 giugno 2018)

Autore: Piero Campanini

Lingua: ‎Italiano

Copertina flessibile: ‎246 pagine

Prezzo versione cartacea € 18,00

Prezzo Ebook                  €   4,99

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Email: contatto@pierocampanini.com