LE INTERVISTE DI MARTA LOCK: BRIGITTA STRITEZSKY, LA SCOPERTA DELL’ARTE COME PERCORSO DI GUARIGIONE

Brigitta Stritezsky
1 Brigitta Stritezsky
Essere un medico di successo le ha impedito di lasciarsi andare alla sua parte più creativa, quella che probabilmente in maniera inconsapevole era latente dentro di lei; essere madre di tre figli le ha assorbito il tempo rimanente dopo il lavoro per dedicarsi alla loro crescita e alla loro educazione. Tuttavia la presa di coscienza della propria inclinazione artistica spesso si compie in maniera tortuosa, complessa, al termine di un evento traumatico oppure di un periodo difficile che possono costituire un baratro da cui è difficile risalire oppure, al contrario, diventare un’opportunità di trovare il tempo per sé, di ascoltarsi e lasciar fuoriuscire tutto ciò che in precedenza non aveva potuto emergere. Questo è esattamente ciò che è accaduto a Brigitta Stritezsky la quale è stata costretta a interrompere la sua carriera lavorativa a causa di una lunga malattia che l’ha costretta a letto; per lei quello è stato un momento di dolore ma anche di profonda riflessione e di ascolto di tutta quell’interiorità profonda che aveva necessariamente dovuto mettere in secondo piano per favorire l’approccio razionale che la sua professione richiedeva. E così ha provato a mettere su tela le emozioni, la rabbia, il senso di impotenza causato dalla sua condizione contingente per cui l’arte è diventata terapia, superamento del dolore e di quel sentirsi in trappola senza poter fare nulla per cambiare la situazione; le opere di quel periodo erano prevalentemente contraddistinte dal rosso e dal nero, lo stile era quello dell’Espressionismo Astratto poiché più affine all’impeto esecutivo che aveva bisogno di manifestare sul dipinto. Lentamente ha trovato la sua dimensione e da quel momento in avanti non ha più smesso di dipingere, assistendo a una graduale modifica dello stile ma anche della gamma cromatica; man mano che la sua salute migliorava infatti, e cominciava a sentirsi più forte e più padrona della sua vita, le tonalità cominciavano a schiarirsi in maniera quasi inconsapevole, forse era più l’arte a guidare lei che non viceversa, e quell’essere una mera esecutrice di tutto ciò che il suo istinto primordiale le suggeriva in fondo le piaceva, sentiva una profonda connessione tra la sua interiorità e la tela davanti a sé. Le tele della produzione più recente hanno la caratteristica di essere più romantiche, più contemplative, meno impellenti dal punto di vista esecutivo rispetto a quelle del primo periodo in cui la necessità di gridare la rabbia della malattia era prioritaria rispetto a ogni altro aspetto; nella nuova serie Brigitta Stritezsky sembra osservare la realtà intorno a sé con lo sguardo dell’anima, attraverso la capacità di andare oltre la contingenza per immaginare una dimensione più idilliaca, poetica, appartenente al sogno tanto quanto a una possibile realtà, perché in fondo lei è la dimostrazione che con la volontà e la capacità di trovare una via d’uscita, le difficoltà possono essere superate. L’opera Traum (Sogno)
COPERTINA ARTICOLO Traum 100x70 cm Brigitta Stritezsky
2 Traum
rappresenta tutto quel groviglio di emozioni come la speranza, il desiderio di andare verso ciò a cui davvero si tiene, il sentimento generato dall’assaporare la gioia nel cominciare a credere che tutto possa essere possibile; è un sogno sveglio quello di cui parla la Strietezsky, quell’impossibile che invece può improvvisamente realizzarsi attraverso la positività della luce, rappresentata con il bianco e il giallo al centro della tela, e con la poesia dell’immaginazione in grado di concretizzarsi, espressa con il rosa intenso e l’azzurro. Sonnentanz (La danza del sole)
Sonnentanz 80 x 70 cm Brigitta Stritezsky
3 Sonnentanz
rappresenta un’ulteriore evoluzione dell’interiorità di Brigitta Stritezsky, una solarità che solo qualche anno fa non pensava di poter avere di nuovo e che ora, grazie alla funzione terapeutica dell’arte, è riuscita a recuperare; il suo punto di vista sulla realtà è vivace, allegro, tanto quanto lo sono i raggi del sole che irrompono nel cielo e si propagano a tutta la realtà circostante. Il punto di vista sulla realtà, sembra suggerire l’artista, è in grado di fare la differenza e di modificare un percorso che sembrerebbe inoltrarsi nel buio, se non fosse per la capacità dell’essere umano di mantenere viva la convinzione che il sole di cui racconta nel dipinto, possa tornare a splendere. Andiamo ora a scoprire di più sull’affascinante percorso di questa profonda artista. Brigitta, lei ha scoperto la sua inclinazione artistica a seguito di un evento doloroso e traumatico. Ce ne vuole parlare? In che modo l’arte l’ha aiutata nel suo cammino verso la guarigione? Parlo molto volentieri del mio percorso perché può essere anche di aiuto ad altre persone. Nel 2008 ho attraversato un periodo difficile poiché ho subito molteplici grandi operazioni che mi hanno costretta a un lungo riposo forzato. Un giorno un mio amico mi ha detto “Dipingi immagini di rabbia” e così ho cominciato a gettare sulla tela colori rossi e neri, spargendoli all’impazzata con una spatola. Poi un giorno improvvisamente ho aggiunto il giallo che ha costituito il primo barlume di luce. Ciò che mi ha aiutata in primo luogo è stato lo sviluppo di una relazione tra me, i miei pensieri e la pittura: sognavo i quadri, ero spesso in trance e ancora oggi quando dipingo riesco a schiarirmi le idee.
Der Reiz der Frau 80x 50 cm Brigitta Stritezsky
4 Der Reiz der Frau (Il fascino della donna)
Quanto è stato importante il ruolo dell’Espressionismo Astratto nel percorso di approfondimento del suo talento artistico? Perché ha scelto questo tipo di stile? Qual è il messaggio che il suo pubblico vorrebbe ricevesse dalle sue opere? Posso affermare che semplicemente e brevemente mi succede di spegnere la testa quando approccio la tela. Non penso in anticipo a ciò che dovrebbe o sarà creato, il processo è quasi catartico dunque completamente istintivo. È per questo che dovevo avvicinarmi a uno stile completamente privo di schemi esecutivi, per dare sfogo alla mia irrazionalità. E quanto accade durante il processo creativo è semplicemente meraviglioso; è questa sensazione che vorrei raggiungesse l’osservatore, quel senso liberatorio che in alcuni casi solo attraverso l’arte può nascere.
Frieden 50 x 70 cm Brigitta Stritezsky
5 Frieden (Pace)
L’Arteterapia è una disciplina attraverso la quale poter superare i propri blocchi emotivi e le proprie emozioni trattenute: crede sia importante diffondere maggiormente questo tipo di approccio psicologico per aiutare le persone a liberare la propria interiorità? L’arte è stato il mezzo per cambiare la realtà che stava vivendo oppure al contrario si è assoggettata al suo cambiamento, al risanamento delle sue ferite interiori? L’Artetrapia deve essere notevolmente ampliata, poiché quello con l’arte è un contatto primordiale, è sufficiente osservare il modo in cui i bambini si confrontano con i colori, hanno un approccio libero e spensierato e questo può aiutare le persone a entrare in contatto con la propria parte bambina. Penso che il mio subconscio mi indichi la strada verso il quadro, spesso si tratta di un processo molto lungo, alcuni lavori hanno bisogno di mesi, persino di anni, finché il quadro non mi dice che è finito. Anche il titolo arriva durante il processo di pittura. Dipingere mi rende libera – dai pensieri, dal dolore, dalle preoccupazioni – sono in un altro mondo mentre le mie mani con la spatola, il pennello o semplicemente con le dita, come un’esplosione creano “qualcosa”. Di questo mi sento davvero molto grata.
Emotions 120x100 Brigitta Stritezsky
6 Emotions (Emozioni)
Quali sono i maestri del passato che l’hanno ispirata? E quali quelli a cui vorrebbe somigliare per intento espressivo e per talento stilistico? Sicuramente Frida Kahlo è la mia preferita perché anche lei ha dipinto il dolore della sua anima, anche se il mio stile è completamente diverso dal suo eppure l’intento pittorico e la spinta liberatoria è stata la stessa. Tuttavia non voglio assomigliare a nessun altro artista, non mi sono ispirata a nessuno proprio perché dipingo in modo intuitivo. Lei è attualmente rappresentata dalla City Gallery Vienna e ha al suo attivo la partecipazione a mostre collettive in Francia e in Italia, oltre alla sua Austria. Quali sono i suoi prossimi progetti? Con la City Gallery Vienna partecipo sempre a mostre collettive, nell’estate del 2023 esporrò a Gmunden, per il resto al momento non è previsto nulla, perché purtroppo a gennaio ho un’altra operazione che mi renderà meno mobile per qualche mese. Ma sono fiduciosa. BRIGITTA STRITEZSKY-CONTATTI Email: gitti.stri@gmail.com Sito web: https://www.brigitta-stritezsky-art.at Facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=100001477516535 Instagram: https://www.instagram.com/stritezsky_art/

Marta Lock’s interviews:                                    Brigitta Stritezsky, the discovery of art as a path to healing

Being a successful doctor prevented her from letting go to her most creative side, the one that was probably unconsciously latent within her; being a mother of three children absorbed the time left after work to devote to their growth and education. However, the realisation of one’s artistic inclination often takes place in a tortuous, complex way, at the end of a traumatic event or a difficult period that can be an abyss from which it is difficult to climb back up or, on the contrary, become an opportunity to find time for oneself, to listen to oneself and let out everything that previously could not emerge. This is exactly what happened to Brigitta Stritezsky who was forced to interrupt her working career due to a long illness that made her stay in bed; for her, this was a moment of pain but also an occasion for a deep reflection and listening to all that profound interiority that she had necessarily had to put on the back burner to favour the rational approach that her profession required. And so she tried to put her emotions, her anger, the sense of impotence caused by her contingent condition on canvas, for which art became therapy, overcoming the pain and that feeling of being trapped without being able to do anything to change the situation; the artworks of that period were predominantly marked by red and black, the style was that of Abstract Expressionism as it was more akin to the executive impetus that she needed to manifest on the painting. She slowly found her own dimension and from then on did not stop painting, witnessing a gradual change in style but also in colour range; indeed, as her health improved and she began to feel stronger and more in control of her life, the tones began to lighten in an almost unconscious manner, perhaps it was more art that guided her than vice versa, and being a mere executor of whatever her primordial instincts suggested she liked in the end, she felt a profound connection between her interiority and the canvas in front of her. The paintings of the most recent production have the characteristic of being more romantic, more contemplative, less impelling from the point of view of execution than those of the first period in which the need to cry out the rage of the illness took priority over every other aspect; in the new series, Brigitta Stritezsky seems to observe the reality around her with the gaze of the soul, through the ability to go beyond contingency to imagine a more idyllic, poetic dimension, belonging to the dream as much as to a possible reality, because after all she is the demonstration that with the will and the ability to find a way out, difficulties can be overcome. The artwork Traum (Dream) represents all that tangle of emotions such as hope, the desire to go towards what one really cares about, the feeling generated by savouring the joy of beginning to believe that everything can be possible; it is an awakened dream that Strietezsky is talking about, that impossible that can suddenly come true through the positivity of light, represented with white and yellow in the centre of the canvas, and with the poetry of imagination able to materialise, expressed with intense pink and blue. Sonnentanz (The Dance of the Sun) represents a further evolution of Brigitta Stritezsky’s interiority, a sunniness that only a few years ago she did not think she could have again and that now, thanks to the therapeutic function of art, she has managed to recover; her viewpoint on reality is lively, cheerful, just as the rays of the sun break through the sky and propagate to all surrounding reality. The point of view on reality, the artist seems to suggest, is capable of making a difference and of altering a path that would seem to be heading into darkness, were it not for the human being’s ability to keep alive the conviction that the sun, of which she speaks in the painting, can shine again. Let us now find out more about the fascinating journey of this profound artist. Brigitta, you discovered your artistic inclination following a painful and traumatic event. Would you like to tell us about it? How has art helped you on your path to healing? I am very happy to talk about my journey because it can also be of help to other people. In 2008, I went through a difficult period as I underwent multiple major operations that forced me to take a long forced rest. One day a friend of mine told me ‘Paint images of anger’ and so I started throwing red and black colours on the canvas, scattering them wildly with a palette knife. Then one day I suddenly added yellow, which was the first glimmer of light. What helped me in the first place was the development of a relationship between me, my thoughts and painting: I dreamt about the paintings, I was often in a trance and even today when I paint I can clear my head. How important was the role of Abstract Expressionism in the development of your artistic talent? Why did you choose this style? What is the message that your audience would like to receive from your works? I can say that I simply and briefly turn my head off when I approach the canvas. I do not think in advance about what should or will be created, the process is almost cathartic therefore completely instinctive. That’s why I had to approach a style completely devoid of execution patterns, to give vent to my irrationality. And what happens during the creative process is simply wonderful; it is this feeling that I would like to reach the observer, that liberating sense that in some cases can only arise through art. Art therapy is a discipline through which one can overcome one’s emotional blocks and withheld emotions: do you think it is important to disseminate this type of psychological approach more widely to help people free their inner selves? Was art the means to change the reality you were experiencing or on the contrary did you subject yourself to its change, to the healing of your inner wounds? Artetrapia needs to be greatly expanded, because that with art is a primordial contact, you only have to observe the way children deal with colours, they have a free and carefree approach and this can help people get in touch with their childlike side. I think my subconscious shows me the way to the painting, it is often a very long process, some works take months, even years, until the painting tells me it is finished. The title also comes during the painting process. Painting makes me free – from thoughts, from pain, from worries – I am in another world while my hands with palette knife, brush or simply with my fingers, like an explosion create ‘something’. For this I feel very grateful indeed. Which masters of the past have inspired you? And which ones would you like to resemble in terms of expressive intent and stylistic talent? Definitely Frida Kahlo is my favourite because she too painted the pain of her soul, although my style is completely different from hers and yet the pictorial intent and the liberating drive was the same. However, I do not want to resemble any other artist, I have not been inspired by anyone precisely because I paint intuitively. You are currently represented by City Gallery Vienna and have participated in group exhibitions in France and Italy as well as in your native Austria. What are your next projects? With City Gallery Vienna I always participate in group exhibitions, in the summer of 2023 I will be exhibiting in Gmunden, for the rest nothing else is planned at the moment, because unfortunately I have another operation in January which will make me less mobile for a few months. But I am hopeful.