Di origini abruzzesi ma residente a Roma praticamente da tutta la vita, Luisa Muzi mostra fin da bambina la sua attitudine verso l’uso del disegno, dei colori, di tutto ciò che poteva far emergere la vitale creatività che la caratterizzava; inizialmente i suoi studi accademici si sono orientati verso la scultura e la ceramica presso l’Istituto d’Arte Margherita di Savoia di Roma, perché in qualche modo dare vita a una forma partendo dal nulla, dalla sola idea nella mente dell’esecutore, la affascinava ed era incredibilmente stimolante. Lentamente però si è avvicinata non solo alla scoperta del colore, la sua vivacità e le molteplici sfumature, ma anche all’approccio bidimensionale con la tela sulla quale riesce a dare sfogo a quella libertà espressiva di cui la sua natura comunicativa ha bisogno. Il suo approccio pittorico è aperto all’ascolto del mondo che la circonda, e che lei osserva con atteggiamento contemplativo ma anche introspettivo perché ciò che fuoriesce dalle sue tele è un’interpretazione istintiva, impulsiva, legata alle emozioni che percepisce e che poi lascia emergere sull’opera che si appresta a creare. La gamma cromatica è variegata ma contraddistinta da tonalità chiare, sempre estremamente luminose perché Luisa Muzi non si ferma alle ombre della realtà, lei corre verso la luce, verso quella bellezza a volte incorporea che si svela solo agli occhi sensibili e con la capacità di tralasciare gli ostacoli e andare verso l’evoluzione. I suoi paesaggi sono quindi luoghi dell’anima, panorami che potrebbero essere collocati o incontrati in qualunque luogo perché appartenenti allo scrigno emotivo dell’artista e di conseguenza del fruitore, il quale si sente conquistato in virtù dei colori pastello, della delicatezza esecutiva dell’artista e dell’evocazione di ricordi che sussurrano dalla tela. Sembra quasi prendere per mano l’osservatore per condurlo in un mondo migliore, fatto di quell’indefinitezza che avvolge con la sua tranquillità, con la pacatezza espressiva che non induce a far emergere i tormenti interiori, piuttosto li placa, indicando una via differente, quella della serenità, dell’equilibrio, del lasciarsi andare a tutto quel positivo che esiste solo se si desidera o si è sollecitati a guardarlo. L’utilizzo della spatola, mezzo espressivo preferito della Muzi, non compromette la morbidezza del risultato finale, tutt’altro, le linee definite vanno a confondersi nelle sfumature e nei toni impalpabili che le circondano divenendo così solo un mezzo per evidenziare quei dettagli che emergono dagli sfondi e dal resto della composizione pittorica. Nell’opera Tramonto d’autunno,
malgrado il titolo evochi una gamma cromatica sui toni terrosi e gialli delle foglie di quella stagione, Luisa Muzi ne sottolinea al contrario una possibilità diversa, quella cioè di osservare la luminosità del sole che scalda e ravviva i colori del paesaggio evocato, evidenziando la secchezza del tronco sul lato sinistro e al contempo l’azzurro delle acque e i toni armoniosi della natura circostante, come se il grigio autunnale scomparisse davanti alla capacità dell’artista di guardare con positività a tutto il resto che contraddistingue il panorama osservato. E ancora in Vele
riesce a far emergere tutta la leggerezza del cielo, del mare e delle imbarcazioni che lo solcano, quasi come se quel panorama appartenesse a un mondo parallelo fatto di cose semplici, di leggerezza e di energie positive in grado di trasformare lo sguardo di chi osserva, se è talmente sensibile da lasciarsi trasportare da quelle atmosfere soffici che Luisa Muzi riesce a comunicare in ciascuna delle sue tele. Un approccio cromatico il suo che la rende riconoscibile e identificabile proprio in virtù della delicatezza con cui si pone davanti alla sfaccettata realtà che la circonda. Carattere socievole e gentile, non può fare a meno di avvicinarsi a realtà associative con cui condividere l’amore per l’arte e anche la piacevolezza di esporre insieme ad altri artisti per dare al pubblico una panoramica sull’arte contemporanea e sulla capacità dell’arte di rendere il mondo un posto migliore. Andiamo ora a scoprire di più su questa poetica artista.
Luisa, lei ha intrapreso gli studi artistici avvicinandosi alla scultura e alla ceramica. Qual è stato il momento in cui ha scoperto di volersi spostare verso la tela? Si è trattato di un passaggio graduale oppure c’è stata una circostanza particolare che l’ha indotta a preferire la superficie bidimensionale?
Non ricordo esattamente quando sono approdata definitivamente alla tela. Vero è che il disegno e la pittura mi hanno sempre affascinata e per molto tempo li ho eseguiti contemporaneamente alla scultura. Però a un certo punto, spontaneamente, mi sono ritrovata ad esprimermi su vari supporti: tele, carta, tavole, e con l’ uso della spatola ed ho avvertito fin da subito la sensazione di modellare i colori.
Il suo Espressionismo Astratto ha delle caratteristiche poetiche e liriche, ci racconta di più sul suo approccio alla realtà? È il suo carattere a riflettersi sulla tela o invece è proprio la capacità di fare arte a infondere quella positività e luminosità che inevitabilmente esce dalle sue opere?
La realtà che racconto nelle mie tele sarà certamente un riflesso del mio carattere, ma lo studio dei colori ha molta importanza per me; è da essi che mi lascio trascinare ogni volta e, prima di iniziare a dipingere la mia attenzione si focalizza in primis su di loro.
Quanto è importante nella società contemporanea, recuperare il contatto con la natura e con la semplicità che sembrano essere state perdute nelle pieghe di una quotidianità accelerata e tendente ad alienare l’essere umano?
Sembra che ai nostri giorni la connessione con la natura appartenga a un lontano passato. Abbiamo creato un mondo artificiale nel quale pare che la sola cosa importante sia la sopravvivenza. Invece io vorrei esortare le persone a guardare e osservare la natura che ci circonda perché potremmo imparare da essa molte cose se ci lasciassimo trasportare. Certamente la ameremmo di più e compiremmo meno azioni che la possano danneggiare.
Lei è iscritta a due importanti associazioni romane, I Cento pittori di via Margutta, e la Art Studio Tre; quanto è importante fare rete per far conoscere al pubblico le nuove direzioni dell’arte attuale? Qual è la risposta del pubblico alle mostre in strada tradizionali in particolare della prima associazione che ho citato?
Trovo importante appartenere ad associazioni artistiche e partecipare anche a manifestazioni che si svolgono strada e consentono un contatto diretto e costante con i visitatori. È sempre molto stimolante e interessante interagire con il pubblico, intuire i loro gusti, sapere dove si fermano a curiosare. Inoltre ogni evento diventa una sfaccettata panoramica delle varietà espressive che vanno a comporre il variegato panorama artistico attuale. E il pubblico reagisce sempre con calore e curiosità lasciandosi conquistare dai colori e dalla diversità di ciascun artista.
Recentemente ha preso parte a importanti mostre collettive, tra cui la XIV Edizione della Biennale di Roma. Quali sono i suoi prossimi progetti?
Sicuramente continuerò a partecipare alle iniziative delle due associazioni di cui faccio parte; per quanto riguarda invece altri tipi di progetti espositivi, sto valutando varie proposte per poter scegliere quella più affine alle mie caratteristiche.
LUISA MUZI-CONTATTI
Email: luisa.muzi@gmail.com
Sito web: www.luisamuzi.it
Facebook: https://www.facebook.com/luisamuziartist
Instagram: https://www.instagram.com/luisamuzi/
Marta Lock’s interviews: Luisa Muzi, the world observed through a lens of colours and undefined shapes
Of Abruzzese origins but resident in Rome practically all her life, Luisa Muzi showed her aptitude for drawing, colours, and anything that could bring out the vital creativity that characterised her since she was a child. Initially, her academic studies were oriented towards sculpture and ceramics at the Margherita di Savoia Art Institute in Rome, because somehow giving life to a form starting from nothing, from the mere idea in the mind of the performer, fascinated her and was incredibly stimulating. Slowly, however, she approached not only the discovery of colour, its vibrancy and multiple nuances, but also the two-dimensional approach with the canvas on which she is able to give vent to that expressive freedom that her communicative nature requires. Her pictorial approach is open to listening to the world around her, which she observes with a contemplative but also introspective attitude because what comes out of her canvases is an instinctive, impulsive interpretation, linked to the emotions she perceives and then lets emerge on the artwork she is about to create. The chromatic range is varied but characterised by light tones, always extremely luminous because Luisa Muzi does not stop at the shadows of reality, she runs towards the light, towards that sometimes incorporeal beauty that only reveals itself to sensitive eyes and with the ability to overlook obstacles and move towards evolution. Her landscapes are therefore sites of the soul, panoramas that could be placed or encountered anywhere because they belong to the emotional treasure chest of the artist and consequently of the viewer, who feels conquered by virtue of the pastel colours, the artist’s delicate execution and the evocation of memories that whisper from the canvas. It almost seems to take the observer by the hand to lead him into a better world, made of that indefiniteness that envelops with its tranquillity, with the expressive calmness that does not induce inner torments to emerge, but rather soothes them, pointing to a different path, that of serenity, of balance, of letting go of all that positive that exists only if one wishes or is urged to look at it. The use of the spatula, Muzi’s preferred means of expression, does not compromise the softness of the final result, on the contrary, the defined lines blend into the nuances and impalpable tones that surround them, thus becoming only a means to highlight those details that emerge from the backgrounds and the rest of the pictorial composition. In the painting Autumn Sunset, although the title evokes a chromatic range of the earthy, yellow tones of the leaves of that season, Luisa Muzi on the contrary emphasises a different possibility, that of observing the brightness of the sun that warms and revives the colours of the evoked landscape, highlighting the dryness of the trunk on the left side and at the same time the blue of the water and the harmonious tones of the surrounding nature, as if the autumnal grey disappeared in front of the artist’s ability to look positively at everything else in the landscape observed. And again in Sails she succeeds in bringing out all the lightness of the sky, the sea and the boats that ply it, almost as if that panorama belonged to a parallel world made up of simple things, of lightness and positive energies capable of transforming the gaze of the observer, if he is sensitive enough to let himself be carried away by those soft atmospheres that Luisa Muzi manages to communicate in each of her paintings. Hers is a chromatic approach that makes her recognisable and identifiable precisely by virtue of the delicacy with which she confronts the multifaceted reality that surrounds her. A sociable and gentle character, she cannot help but approach associations with which she shares her love for art and also the pleasure of exhibiting together with other artists to give the public an overview of contemporary art and art’s ability to make the world a better place. Let us now find out more about this poetic artist.
Luisa, you embarked on your artistic studies, moving towards sculpture and ceramics. What was the moment when you discovered you wanted to move towards canvas? Was it a gradual transition or was there a particular circumstance that led you to prefer the two-dimensional surface?
I don’t remember exactly when I finally came to canvas. It is true that drawing and painting have always fascinated me and for a long time I did them at the same time as sculpture. However, at a certain point, I spontaneously found myself expressing myself on various supports: canvases, paper, boards, and with the use of the palette knife, and I immediately felt the feeling of modelling colours.
Your Abstract Expressionism has poetic and lyrical characteristics, can you tell us more about your approach to reality? Is it your character that is reflected on canvas, or is it your ability to make art that instils that positivity and luminosity that inevitably comes out of your works?
The reality I tell in my canvases will certainly be a reflection of my character, but the study of colours is very important to me; it is by them that I let myself be carried away each time and, before I start painting, my attention is primarily focused on them.
How important is it in contemporary society to recover contact with nature and simplicity, which seem to have been lost in the folds of an accelerated everyday life that tends to alienate the human being?
It seems that in our days, the connection with nature belongs to a distant past. We have created an artificial world in which it seems that the only important thing is survival. Instead, I would urge people to look and observe the nature around us because we could learn a lot from it if we let ourselves be carried away. We would certainly love it more and do less actions that harm it.
You are a member of two important Roman associations, the Cento pittori di via Margutta, and Art Studio Tre; how important is it to network in order to make the public aware of new directions in current art? What is the people’s response to traditional street exhibitions in particular of the first association I mentioned?
I find it important to belong to art associations and also to participate in events that take place on the street and allow direct and constant contact with visitors. It is always very stimulating and interesting to interact with the public, to sense their tastes, to know where they stop to browse. Moreover, each event becomes a multifaceted overview of the expressive variety that makes up today’s varied artistic landscape. And the public always reacts with warmth and curiosity, letting themselves be won over by the colours and diversity of each artist.
You have recently taken part in important group exhibitions, including the Lazio Biennial. What are your next projects?
I will certainly continue to participate in the initiatives of the two associations I belong to; as for other types of exhibition projects, I am evaluating various proposals in order to be able to choose the one most akin to my characteristics.
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