Malgrado spesso si avverta con chiarezza quale sia la naturale attitudine che spingerebbe l’individuo ad andare verso una direzione opposta a quella intrapresa per necessità esistenziale, è necessario scontrarsi più volte con l’evidenza e con quei segnali quasi magici che sopraggiungono per indurre a riflettere e a mettersi in discussione, fino a che non diventano troppo evidenti per ignorarli. Questo è ciò che è accaduto ad Alina Ciuciu che pur avendo avvertito fin da bambina una forte attitudine per l’arte, il teatro, la musica e la poesia, di fatto non è stata incoraggiata dai suoi insegnanti inducendola così a lasciare inascoltata la naturale inclinazione e dedicarsi a corsi di studi non attinenti al suo sogno artistico, pur avendo scelto un indirizzo umanistico. Non era riuscita ad avere una formazione specifica che le permettesse di comprendere e misurarsi con la cromaticità necessaria a concretizzare la sua indole eppure non riusciva a staccarsi dal fascino dei colori approfondendo anche da autodidatta lo studio dell’arte; ed è stato proprio portando con sé un libro sull’Impressionismo durante un viaggio in Egitto che ha ricevuto il primo forte segnale dalle energie che la circondavano e che l’hanno spinta istintivamente a immortalare le piramidi, le sfingi e i meravigliosi paesaggi intorno a sé ma anche altri soggetti riprodotti da fotografie e immagini preesistenti, con la biro blu su carta. Il destino ha voluto che un imprenditore egiziano le chiedesse di poter acquistare tutti i suoi disegni incrementando in lei la determinazione a non smettere di perseguire quel sogno che finalmente si era svelato; da quel momento in avanti infatti continua a disegnare ampliando la tecnica al carboncino e alle matite, sebbene il suo percorso artistico fosse ancora affiancato dalla sua precedente attività lavorativa. L’arte era però un momento di evasione, la rendeva felice e soprattutto appagava la sua indole fantasiosa e curiosa che, nel 2010, l’ha condotta a sperimentare il colore a olio; un regalo costituito da un cavalletto, dei colori e una tela hanno cambiato letteralmente il suo approccio nei confronti dell’arte così come ad accrescere la possibilità di essere apprezzata da appassionati che le chiedevano di poter acquistare le sue opere. Tuttavia il momento non era ancora maturo per scegliere di intraprendere la carriera artistica a tempo pieno, forse avvertiva il bisogno di avere ulteriori segnali, altre conferme che quello potesse essere il suo vero percorso, quello all’interno del quale avrebbe potuto realizzarsi e sentirsi felice. Dopo un paio di anni di riflessione, di immobilità probabilmente necessaria a effettuare quel balzo in avanti che si sarebbe verificato poco dopo, nel 2017 Alina Ciuciu decide di accettare la sfida di mettersi in gioco, forte anche del sostegno di chi continuava a commissionarle opere perché affascinato dalla sua maestria nell’uso del colore acrilico e della spatola, con cui si è cimentata nel periodo precedente di transizione, e incrementa la visibilità sul suo profilo Linkedin che la consacrerà al successo permettendole di vendere molte opere. I suoi dipinti di forte impronta impressionista sono pieni di romanticismo espressivo, di energia, di atmosfera e di gusto estetico, quasi come se l’equilibrio di tutti questi elementi fosse indispensabile all’artista per manifestare le sue emozioni, le sensazioni che riesce a esprimere attraverso l’incontro con la tela, come se la sua intima sensibilità nell’osservare ciò che la circonda trovasse voce grazie alla pittura. L’opera Blue Venice
riesce a narrare tutta l’atmosfera malinconica e al tempo stesso idilliaca di una città unica, eterea, bellissima; ciò che emerge nel dipinto è il silenzio che la avvolge, il lieve dondolio generato dal muoversi dell’acqua che la rende quasi irreale rispetto alla frenesia del traffico delle metropoli o dei centri abitati moderni. Sceglie l’alba Alina Ciuciu, un frangente in cui i turisti non sono ancora in giro per le sue calle e tutto sembra in attesa di mostrarsi nel suo lato migliore di lì a poco, permettendo al mondo di continuare a innamorarsi della meravigliosa città lagunare. L’amore per gli animali, e in particolar modo i cavalli,
è un’altra caratteristica della pittura della Ciuciu che riesce a cogliere le espressioni più dolci, più morbide perché è esattamente quella l’interpretazione che, attraverso l’evanescenza dei colori e del tratto, dà alla realtà che la circonda. Andiamo ora a scoprire di più attraverso questa intervista.
Alina, lei si è quasi vista costretta a rinunciare al suo sogno artistico da giovane; quanto ha influito la mancanza di incoraggiamento da parte dei suoi insegnanti nella scelta del successivo percorso da intraprendere? Crede sia importante seguire da subito la propria indole oppure ritiene che a volte la vita conduca verso cammini diversi per far sì che l’artista maturi e approfondisca se stesso e le sue capacità prima di potersi esprimere attraverso l’arte?
Per rinunciare ad un sogno devi avere prima il sogno e purtroppo i bambini non hanno il concetto dell’arte vera e propria per poterla sognare. Per loro è un gioco e si divertono e questo fa sì che tutto ciò che loro creano sia particolarmente bello e unico. Sta ai grandi e soprattutto ai professori d’arte a fargli capire quanto è importante ciò che ogni bambino crea con le sue mani e la sua fantasia. Nel mio specifico caso penso sia stato tutto latente, come un seme sotto il suolo che voglia germogliare ed attende l’arrivo del tempo migliore. Ognuno di noi ha la sua storia ed il suo percorso e in ogni traguardo vi è un’esperienza da cui si trae insegnamento e le proprie considerazioni. Certo, rimpiango tutti gli anni in cui non ho dipinto ma mi sto impegnando per recuperare, come Marcel Proust alla ricerca del tempo perduto. Credo che un po’ questo accada a tutti.
La sua energia e la sua curiosità la spingono a essere una perfetta imprenditrice di se stessa, forte e determinata, eppure nelle sue opere fuoriesce il suo lato più contemplativo, più romantico. È forse la pittura un modo per trovare un maggiore equilibrio manifestando un lato di lei che nella quotidianità rimane più silenzioso? Quanto sono importanti il sogno e la fantasia nella sua pittura?
L’immaginazione supera di gran lunga i confini della conoscenza, anzi, a volte la rende possibile, la anticipa. Quando si ha la consapevolezza di ciò che vi è davvero l’arte, si comincia a sognare, ad andare oltre, e più grande è il sogno più si è determinati. Personalmente non dipingo per un fine economico bensì per pura passione. Che poi le persone amino i miei dipinti e manifestino la volontà di averli, questo è qualcosa di consequenziale in cui entra in campo anche il modo di cui ti relazioni con il mondo dal punto di vista empatico. Quando il venditore si mostra piacevole, gentile e alla mano vi sono più possibilità d’acquisto.
Gli inizi, sono stati casuali, il proseguimento del cammino è stato a sua volta sospinto da energie che la tenevano legata all’arte e poi l’affermazione è avvenuta grazie alla sua capacità di mettersi in gioco. Crede di essere stata privilegiata oppure ha solo avuto la sensibilità e l’apertura di ascoltare quei segnali che esistono intorno all’uomo ma che non tutti riescono a percepire e a seguire? Qual è stato il momento esatto in cui ha capito che l’arte sarebbe stata la sua unica strada, quella per sempre?
È vero, l’inizio è stato per puro caso, chi l’avrebbe mai detto? Tuttavia, nel mio cammino artistico pesa in equa misura sia l’apertura mentale, sia la fiducia in me stessa, sia la fortuna di aver incontrato persone eccezionali come lei Marta Lock, e Leonarda Zappulla, Vittorio Sgarbi, Philippe Daverio, Angelo Crespi, Mariarosaria Belgiovine, Rossella Bellan, Mazzilli Giulia, Antonietta Panico che hanno dato ancora più valore al mio operato promuovendolo tutte le volte che vi è stata la possibilità. E quando arrivi al punto di vivere d’arte per l’arte non vi è più nessun ostacolo. Capisci che è la tua missione e fare l’arte diventa vitale come respirare.
Il suo stile si lega indissolubilmente all’Impressionismo, sia per la tecnica che anche per le pose dei suoi soggetti e per lo sguardo sui paesaggi che fuoriesce dalle sue tele; quali sono stati i maestri del passato che l’hanno ispirata di più? A quali si sente più vicina per intento espressivo?
Monet tutta la vita. Se l’avessi conosciuto l’avrei sposato subito. La sua anima mi avvolge e mi assorbe totalmente ogni volta che guardo un suo dipinto. Alcuni defunti restano più amati di tanti vivi. Anzi, non muoiono mai. Riguardo la mia tecnica, con chiare valenze impressioniste e post impressioniste, provo a farla diventare una tutta mia, stile Alina, molto varia e colorata, vivace, allegra, quasi animata, non tanto per il movimento insinuato quanto per l’espressione.
Alle sue spalle ha un percorso espositivo che l’ha condotta a essere notata e apprezzata all’estero, dalla Romania alla Danimarca, paese dove è stata più volte premiata, e a partecipare alle principali mostre collettive in Italia, e vanta collezionisti in tutto il mondo. Quali sono i momenti più importanti degli ultimi anni? E quali sono i suoi prossimi progetti?
Ho il mestiere più bello al mondo. Mi permette di viaggiare fisicamente e mentalmente, di persona o attraverso le mie tele. Dagli Stati Uniti all’Australia, dalla Norvegia al Ruanda, fino agli Emirati Arabi e ovviamente tutta l’Europa. E in ogni singolo evento, in ogni mostra, in ogni premio o riconoscimento scaturisce un’emozione nuova. Vi è un elenco quasi completo sul mio sito Artedialina.com. Citare una circostanza piuttosto che un altro mi sembrerebbe ingiusto benché tutti hanno contribuito alla mia crescita. Dovrei menzionarli tutti o nessuno. I prossimi progetti includono una mostra personale a San Francisco e una a Londra, anche se principalmente ed anche per un amor patrio, i miei eventi espositivi si concentrano in Italia e in Romania. E dipingere, dipingere, dipingere. Tutto quello che mi passa per la testa, tutto quello che sento di avere dentro. E da come mi conosco, non sarà mai abbastanza.
ALINA CIUCIU-CONTATTI
Email: alina.ciuciu18@gmail.com
Sito web: http://www.artedialina.com/
Linkedin: https://www.linkedin.com/in/alinaciuciu/
Marta Lock’s interviews: Alina Ciuciu, the randomness of life leading towards one’s authentic and natural path
Despite often clearly perceiving the natural aptitude that would lead an individual to go in a direction opposite to the one undertaken out of existential necessity, one must repeatedly come up against the evidence and those almost magical signals that come along to induce reflection and questioning, until they become too obvious to ignore. This is what happened to Alina Ciuciu who, despite having felt a strong aptitude for art, theatre, music and poetry since childhood, was in fact not encouraged by her teachers, thus leading her to leave her natural inclination unheeded and devote herself to courses of study not related to her artistic dream, even though she had chosen a humanistic direction. She had not been able to have a specific training that would allow her to understand and measure herself against the chromaticity necessary to realise her nature, yet she could not detach herself from the fascination of colours by deepening her study of art, even as a self-taught artist; and it was while taking a book on Impressionism with her on a trip to Egypt that she received her first strong signal from the energies that surrounded her and that instinctively drove her to immortalise the pyramids, sphinxes and beautiful landscapes around her, but also other subjects reproduced from pre-existing photographs and images, with a blue biro on paper. As fate would have it, an Egyptian entrepreneur asked her to buy all her drawings, increasing in her the determination not to stop pursuing that dream that had finally been revealed; from that moment on, in fact, she continued to draw, extending her technique to charcoal and pencils, although her artistic career was still flanked by her previous job. However, art was a moment of escapism, it made her happy and above all satisfied her imaginative and curious nature which, in 2010, led her to experiment with colour in oil; a gift consisting of an easel, paints and a canvas literally changed her approach to art as well as increasing the possibility of being appreciated by enthusiasts who asked her to buy her artworks. However, the moment was not yet ripe for her to choose to pursue a full-time artistic career; perhaps she felt the need for more signs, more confirmation that this could be her true path, the one within which she could realise herself and feel happy. After a couple of years of reflection, of immobility probably necessary to make that leap forward that would occur shortly afterwards, in 2017 Alina Ciuciu decided to accept the challenge of putting herself on the line, also strong in the support of those who continued to commission paintings from her because they were fascinated by her mastery in the use of acrylic paint and the palette knife, with which she had tried her hand in the previous period of transition, and increased the visibility on her Linkedin profile that would consecrate her to success, allowing her to sell many artworks. Her paintings with a strong impressionist imprint are full of expressive romanticism, energy, atmosphere and aesthetic taste, almost as if the balance of all these elements was indispensable for the artist to manifest her emotions, the sensations she manages to express through her encounter with the canvas, as if her intimate sensitivity in observing her surroundings found a voice through painting. The work Blue Venice succeeds in narrating all the melancholic and at the same time idyllic atmosphere of a unique, ethereal, beautiful city; what emerges in the painting is the silence that envelops it, the gentle rocking generated by the movement of the water that makes it almost unreal compared to the frenetic traffic of the metropolis or modern urban centres. Alina Ciuciu chooses dawn, a time when tourists are not yet roaming its calle and everything seems to be waiting to show its best side soon, allowing the world to continue to fall in love with the marvellous lagoon city. The love for animals, and horses in particular, is another characteristic of Ciuciu’s painting. She manages to capture the sweetest, softest expressions because that is exactly the interpretation she gives to the reality that surrounds her through the evanescence of colours and strokes. Let us now find out more through this interview.
Alina, you almost had to give up your artistic dream when you were young; how much did the lack of encouragement from your teachers influence your choice of the next path to take? Do you think it is important to follow one’s own nature from the outset or do you think that sometimes life leads to different paths for the artist to mature and deepen himself and his skills before he can express himself through art?
To give up a dream you must first have the dream and unfortunately children do not have the concept of real art to be able to dream it. For them it is a game and they enjoy it and this makes everything they create particularly beautiful and unique. It is up to the adults and especially the art teachers to make them understand how important it is what each child creates with his hands and imagination. In my particular case I think it was all latent, like a seed under the soil that wants to germinate and awaits the arrival of better weather. Each of us has his own story and his own path, and in every milestone there is an experience from which one draws lessons and one’s own considerations. Of course, I regret all the years I did not paint but I am striving to make up for it, like Marcel Proust in search of lost time. I think this happens to everyone a bit.
Your energy and curiosity drive you to be a perfect entrepreneur of yourself, strong and determined, yet in your artworks emerges your more contemplative, more romantic side. Is painting perhaps a way of finding greater balance by manifesting a side of you that in everyday life remains quieter? How important are dreams and fantasy in your painting?
Imagination goes far beyond the boundaries of knowledge, indeed, it sometimes makes it possible, it anticipates it. When you have an awareness of what art really is, you begin to dream, to go further, and the bigger the dream, the more determined you are. Personally, I do not paint for an economic purpose but for pure passion. That people then love my paintings and show a desire to have them, that is something consequential in which the way you relate to the world from an empathic point of view also comes into play. When the seller is pleasant, friendly and approachable, there are more chances to buy.
The beginnings were accidental, the continuation of the path was in turn driven by energies that kept you connected to art and then the affirmation came about thanks to your ability to put yourself on the line. Do you think you were privileged or did you just have the sensitivity and openness to listen to those signals that exist around man but that not everyone can perceive and follow? What was the exact moment when you realised that art would be your only path, your forever path?
True, the beginning was by pure chance, who would have thought? However, both open-mindedness and self-confidence weigh equally heavily in my artistic journey, as does the good fortune of having met exceptional people such as you Marta Lock, and Leonarda Zappulla, Vittorio Sgarbi, Philippe Daverio, Angelo Crespi, Mariarosaria Belgiovine, Rossella Bellan, Mazzilli Giulia, Antonietta Panico, who have given even more value to my work by promoting it whenever there has been a chance. And when you get to the point of living from art for art’s sake, there is no longer any obstacle. You understand that it is your mission and making art becomes as vital as breathing.
Your style is inextricably linked to Impressionism, both in terms of technique and also in the poses of your subjects and the look of the landscapes that emerge from your canvases; which masters of the past have inspired you the most? Which ones do you feel closest to in terms of expressive intent?
Monet all my life. If I had known him, I would have married him immediately. His soul envelops me and totally absorbs me every time I look at one of his paintings. Some dead people remain more beloved than many living people. In fact, they never die. As for my technique, with clear Impressionist and Post-Impressionist overtones, I try to make it my own, Alina style, very varied and colourful, lively, cheerful, almost animated, not so much for the movement insinuated as for the expression.
Behind you, you have an exhibition career that has led you to be noticed and appreciated abroad, from Romania to Denmark, nation this last that have been awarded you several times, and to participate in major group exhibitions in Italy, and have collectors all over the world. What are the highlights of the last few years? And what are your next projects?
I have the most beautiful job in the world. It allows me to travel physically and mentally, in person or through my canvases. From the United States to Australia, from Norway to Rwanda, to the Arab Emirates and of course all over Europe. And in every single event, every exhibition, every award or recognition, a new emotion arises. There is an almost complete list on my website Artedialina.com. To mention one rather than another would seem unfair to me although they have all contributed to my growth. I should mention them all or none. Upcoming projects include a solo exhibition in San Francisco and one in London, although mainly and also out of a sense of patriotism, my exhibition events are concentrated in Italy and Romania. And painting, painting, painting. Everything that goes through my head, everything I feel I have inside. And as I know myself, it will never be enough.